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Sanità, politica e mafia: 10 misure e100 indagati in Basilicata. C'è anche il presidente della Regione

Sono in corso perquisizioni in alcuni uffici della Regione Basilicata e all’ospedale San Carlo di Potenza.

Uomini politici e amministratori della Regione Basilicata sono coinvolti nell’operazione di Carabinieri e Polizia, coordinata dalla Dda di Potenza. L'indagine riguarda il settore della sanità lucana nella città di Potenza e in alcuni comuni della provincia. Sono in corso perquisizioni in alcuni uffici della Regione Basilicata e all’ospedale San Carlo di Potenza.

Tra gli arrestati il capogruppo di Forza Italia in Regione Basilicata, Francesco Piro. Un altro provvedimento cautelare, non l'arresto, ma - secondo quanto è stato possibile apprendere - un divieto di dimora - è stato notificato all’assessore regionale all’agricoltura, Francesco Cupparo (Forza Italia). Anche l’ex assessore alla Sanità della Regione Basilicata, Rocco Leone e attuale consigliere regionale di Fratelli d’Italia, sono coinvolti nell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza. Nei loro confronti il gip di Potenza Salvatore Pignata ha disposto l’obbligo di dimora.

Nell’ambito dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Potenza sulla sanità lucana, il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi ha consegnato agli investigatori il suo telefono cellulare. Poco fa il governatore è entrato negli uffici della Regione, mentre altre perquisizioni sono in corso da parte di Carabinieri e Polizia negli uffici regionali di viale Verrastro. La perquisizione riguarda anche l’ufficio di Bardi: sono stati acquisiti i device in uso al Presidente, che non sarebbe interessato da alcuna misura cautelare. «Si va avanti in un momento di crisi senza precedenti" ha detto all’ANSA Bardi che risulta indagato. «Sono come sempre disponibile a collaborare con gli inquirenti per chiarire ogni aspetto», ha aggiunto Bardi. Fonti vicine al governatore lucano hanno inoltre sottolineato che le delibere oggetto dell’inchiesta «sono atti pubblici, approvate senza secondi fini». Per quanto riguarda i tamponi, Bardi ha sottolineato di «non aver ricevuto alcun favore».

In totale sarebbero un centinaio gli indagati e una decina le misure cautelare emesse.

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