«Non assegnare i medici e sanitari non vaccinati contro Covid-19 - e reintegrati negli ospedali - ai reparti con pazienti fragili maggiormente a rischio». La richiesta è del segretario nazionale dell’Anaao Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri maggiormente rappresentativo, Pierino Di Silverio. Il decreto approvato ieri dal Cdm che abolisce l’obbligo vaccinale per il Covid-19 per le professioni sanitarie a partire da oggi, 1 novembre, «è stato fatto senza il coinvolgimento delle parti sociali - afferma all’ANSA Di Silverio - e non risolve assolutamente il problema della carenza di medici negli ospedali».
Opposizione in allarme, premiati i No Vax
Bene la marcia indietro sulle mascherine negli ospedali, ma il quadro che si presenta dopo il varo del pacchetto di misure sul Covid da parte del governo genera preoccupazioni nell’opposizione. «Dare oggi ragione ai negazionisti del Covid, il peggior inizio possibile per il Governo Meloni», dice Enrico Letta commentando le prime indiscrezioni sui provvedimenti attesi al Consiglio dei Ministri: «E non è un pregiudizio il nostro. E’ un giudizio basato sulle prime scelte su mascherine, ospedali e vaccini. Scelte sbagliate, da cambiare». Il testo varato a Palazzo Chigi, tuttavia, non interviene sull'obbligo di mascherine in ospedali ed Rsa. Una scelta accolta dal Pd e dalle altre forze politiche di opposizione come una «positiva marcia indietro».
Ma è in particolare «l'assenza di una indicazione precisa riguardante la campagna vaccinale» a mettere in allarme il Partito Democratico che, con la responsabile Salute Sandra Zampa, esprime dissenso. «Prendiamo atto con soddisfazione che la richiesta di rivedere l’annunciata abolizione dell’obbligo di mascherine in ospedale e nelle Residenze socio-assistenziali è stata recepita dal ministro Schillaci», dice Zampa, per la quale si tratta di «una scelta saggia che risponde alla nostra preoccupazione così come a quella dei medici ospedalieri, dei gestori delle Rsa, e di quanti operano quotidianamente con la salute dei cittadini in particolare da quelli vulnerabili e fragili».
Resta «forte» il dissenso e la «preoccupazione per l’anticipato reintegro di medici, infermieri e degli altri operatori sanitari non vaccinati e per l’assenza di un piano per le vaccinazioni. Se diciamo che Covid non è sconfitto, pur prendendo atto che possiamo convivere con il virus, lo dobbiamo alla straordinaria adesione alla campagna vaccinale. Bisogna essere coerenti con gli assunti che la scienza propone, non contraddirli».
Sul rinvio delle multe per i trasgressori delle norme anti Covid si sofferma Francesco Boccia, senatore e responsabile Enti Locali del Pd: «Ho la sensazione che abbia vinto la cultura No vax nel paese», osserva Boccia: «Quando tutti abbiamo fatto sacrifici, c'è stata una minoranza che quei sacrifici non li ha fatti. C'erano multe perchè avevamo stabilito noi tutti delle regole per proteggerci. Quelle multe erano sacrosante, sono state sospese per dare il messaggio che si possono infrangere le regole».
Per la presidente dei senatori Pd, «con lo stop all’obbligo vaccinale per i medici no vax si manda il messaggio sbagliatissimo che le regole si possono aggirare. Grazie all’impegno della maggioranza dei cittadini e al senso di comunità e responsabilità», spiega ancora Simona Malpezzi, «abbiamo superato mesi difficili; ora il governo decide che -per accontentare una minoranza chiassosa - si possono mettere in pericolo i fragili e in discussione scelte di buonsenso, basate su evidenze scientifiche. Si tratta di decisioni esclusivamente ideologiche che faranno male al Paese. Un pessimo inizio».
Sul punto interviene anche il presidente Cinque Stelle, Giuseppe Conte, che alla Meloni chiede «un piano organico, sostenibile ed efficace per affrontare la probabile recrudescenza nei prossimi mesi». Per Conte, è «importante che le decisioni non siano assunte sull'onda di pregiudizi demagogici, ma continuino ad essere ancorate ad evidenze e criteri scientifici, secondo i principi di adeguatezza e proporzionalità, rendendo accessibili e trasparenti i dati affinché le decisioni siano sempre oggetto di verifica e confronto da parte di esperti e dell’opinione pubblica», aggiunge Conte.
Segnali contrastanti anche sul fronte della sicurezza. «Dal governo arrivano segnali che ci preoccupano molto: i primi provvedimenti ci dicono che siamo di fronte ad un governo balbettante e contraddittorio. La volontà di dare a tutti i costi un segnale di discontinuità rischia di mettere a rischio le risorse del Pnrr e in discussione le regole basilari con cui abbiamo affrontato la pandemia», avverte Malpezzi che si sofferma sul rinvio della riforma penale dell’ex ministra della giustizia Marta Cartabia: «Così si rischia di gettare alle ortiche mesi di lavoro e le risorse europee», dice l’esponente dem. Pd e M5s attendevano il governo sulla vicenda del rave di Modena. Nessuno sgombero si è verificato, fanno notare dal Partito democratico, ha premiato «il dialogo, come avvenuto in altri frangenti», osserva Boccia. «Ben vengano misure finalizzate a una maggiore prevenzione», sottolinea Giuseppe Conte, «ma dal Viminale e dal governo ci aspettiamo una risposta chiara anche sul raduno di Predappio», conclude il leader pentastellato.
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