Un corto circuito pericoloso, che rischia di trascinare l’Università – e soprattutto i conti dell’Ateneo – dentro un caso che, forse, si poteva evitare. Così sostengono, almeno, i rappresentanti sindacali di Fp Cgil, Flc Cgil e Fgu Gilda, che mettono nel mirino il commissario del Policlinico, Giampiero Bonaccorsi, ma anche i vertici dell’Università. Il caso è quello dei medici con qualifica “Ep” (elevata professionalità), ai quali è stato revocato l’incarico dirigenziale – in alcuni casi conferito diversi anni fa – ricoperto in reparti strategici, dal punto di vista assistenziale, dell’azienda ospedaliera universitaria. Un caso che ha visto l’interessamento diretto della Regione, con il dirigente generale dell’assessorato alla Salute, Mario La Rocca, che ha dato precisi input alla governance del Policlinico. Ed in particolare di: effettuare una ricognizione di tutto il personale interessato (si tratta di circa 150 medici), per valutare eventuali conseguenze sui livelli assistenziali; verificare quanto, in questi anni, è stato speso dal Policlinico, rispetto a somme che, invece, dovevano essere erogate dall’Università; procedere, quindi, con azioni di recupero di quelle somme, rivalendosi proprio sull’Ateneo. Che però, a quel punto, si ritroverebbe con una voce di bilancio, in uscita, di svariati milioni di euro. Il rischio, in caso contrario, è che si configuri un danno erariale al Policlinico.
Un corto circuito, appunto. Nel quale sono coinvolti circa 150 medici, demansionati da un giorno all’altro: da responsabili di Unità operativa o comunque con incarichi di vertice a funzionari. Una figura professionale che, ha sottolineato la Regione, nemmeno esiste, nell’ambito ospedaliero del Policlinico.
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