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Tragedia funivia Mottarone, ripreso l'incidente probatorio: periti a confronto

Quarta udienza dell’incidente probatorio disposto per far luce sulle cause dello schianto della funivia del Mottarone, avvenuto il 23 maggio del 2021, in cui hanno perso la vita 14 persone. Dopo le tre udienze dello scorso ottobre, durante le quali i periti del collegio informatico (guidato dall’ingegnere Paolo Reale) e quelli del collegio delle cause (presieduto dal professor Antonello De Luca) hanno presentato gli esiti del loro lavoro, oggi si è tornati in aula per il contraddittorio: la parola è andata agli avvocati degli indagati, che hanno potuto porre domande e chiedere chiarimenti agli stessi periti, cominciando dal collegio informatico. In aula, come nelle prime tre udienze, sono presenti Gabriele Tadini, caposervizio dell’impianto, e Enrico Perocchio, direttore di esercizio, che figurano tra gli indagati.

Perizia inattendibile

«Gran parte» della perizia informatica disposta per far luce sulle cause dello schianto della funivia del Mottarone «è consistita nel chiedere a consulenti e dipendenti della Leitner come funzionassero i sistemi informatici, e questo secondo me va a inficiare la sua attendibilità» poiché il gruppo altoatesino è tra gli indagati per l’incidente del 23 maggio 2021 in cui, sul Mottarone, hanno perso la vita 14 persone. A dirlo è Pasquale Pantano, avvocato di Luigi Nerini, l’amministratore della società Ferrovie del Mottarone che gestiva l’impianto. Il legale, esprimendo i suoi dubbi sul lavoro del collegio guidato da Paolo Reale, docente all’università Uninettuno di Roma, in una pausa dell’incidente probatorio in corso davanti al gip di Verbania ha aggiunto: «Immaginavo, speravo e credevo che la consulenza informatica ci desse maggior supporto al chiarimento dei fatti. Ci saremmo aspettati una analisi che partisse dai codici sorgente e sviluppasse in autonomo l'approfondimento scientifico sul funzionamento del programma informatico che soprassiedeva i controlli di funzionamento e di sicurezza della funivia». Anche Marcello Perillo, avvocato del caposervizio della funivia Gabriele Tadini, ha messo in dubbio la perizia informatica e ha tirato in ballo Leitner: «Nel mio esame chiederò per quale motivo alcuni dati venivano trasmessi alla scatola nera, entrando quindi nel database, e altri no, e chi ha fatto questa scelta - ha affermato - È il momento che Leitner metta in campo le sue spiegazioni e cerchi di farci capire che linea intende tenere. Fino ad adesso è stata logicamente in silenzio, collaborando con i periti - ha concluso -. Adesso su alcune mancanze voglio sentire che cosa dicono i periti e soprattutto quale impostazione daranno i suoi difensori».

Società funivia: risarciremo gli aventi diritto

«La volontà della società Ferrovie del Mottarone, che gestiva l’impianto di Stresa dove il 23 maggio del 2021 hanno perso la vita 14 persone, è quella di "risarcire quanto più possibile gli effettivi aventi diritto, a prescindere da qualsiasi responsabilità che verrà accertata». A dirlo è l’avvocato Marzia Martinoli, che rappresenta la società che nei giorni scorsi ha citato in giudizio il Comune di Stresa per il mancato versamento della rata 2021, pari a 143.080 euro, che l’amministrazione avrebbe dovuto corrispondere alla società come contributo per l’ammodernamento dell’impianto avvenuto tra 2015 e 2016. «Bisogna essere chiari» ha aggiunto l’avvocato, specificando che la cifra domandata (complessivamente un milione di euro, cioè la somma di tutte le rate annuali fino al 2028) «non è una richiesta di corrispettivo: quegli importi sono il contributo che, nel bando di gara per il ripristino della funivia, erano stati posti a carico del Comune di Stresa che chiese la rateizzazione». Secondo l’avvocato Martinoli la richiesta, che verrà discussa in tribunale a Verbania il prossimo 29 novembre, è dettata dalla "volontà di risarcire quanto più possibile le vittime»

 

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