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Andria, sequestra una minorenne e abusa di lei. Poi la lascia vicino all'ospedale

Ha avvicinato all’uscita di scuola una minorenne e poi l’ha portata in una casa in campagna nella provincia Barletta-Andria-Trani. Qui, dopo averla stordita con bevande alcoliche e stupefacenti, ha abusato di lei. Dopo le violenze ha portato la ragazzina in un’altra città fuori provincia e l’ha lasciata nei pressi di un ospedale. E’ quanto ha accertato la Polizia di Andria che ha arresto un uomo per sequestro di persona e violenza sessuale in danno di minore.

Le indagini sono partite dopo che la vittima si è presentata all’ospedale dicendo di essere stata violentata e di non conoscere la persona che aveva abusato di lei. L'uomo arrestato, un incensurato, è indagato per i reati di sequestro di persona ai danni di minore, violenza sessuale aggravata per aver abusato dell’inferiorità fisica e psichica della parte offesa, dall’uso di sostanze alcoliche e stupefacenti, e per violazione della normativa sugli stupefacenti. L’esecuzione del provvedimento cautelare è l'epilogo delle investigazioni svolte nei mesi scorsi dalla Squadra mobile, con il coordinamento della locale Procura della Repubblica.

Il messaggio del sindaco: "Non aggiungiamo violenza a violenza"

«No al becero giustizialismo fai da te». Così il sindaco di Andria, Giovanna Bruno, sulla violenza perpetrata ai danni di una minore non prima di averla costretta ad assumere sostanze, circostanza per la quale una persona è stata arrestata. «Ho una fitta al cuore per la notizia appresa - scrive il capo della giunta di Andria -. Un dolore immane. Il desiderio di accarezzare quel corpo di ragazza violato. Di cancellarle con uno sguardo rassicurante l'orrore vissuto. Vorrei poterla proteggere, visto che protezione non ha avuto quando ha vissuto il suo incubo».
Ma il primo cittadino guarda anche all'arrestato e chiede alla comunità di contenersi: «È scattato l'accanimento a sapere chi è, quanti anni ha, dove vive, che scuola frequentata, di dove sia chi l'ha oltraggiata: basta - invoca Bruno -, a violenza, non aggiungiamone altra! Abbracciamo quella creatura per il coraggio che ha avuto nel denunciare, da quanto è dato leggere sull'informazione circolata. Facciamole scudo, diamole riparo attraverso il nostro rispetto. Provo tanto dolore pensando che le nostre comunità dovrebbero essere luoghi sicuri, affidabili. Invece sono tante, troppe volte esposte a pericoli di ogni tipo. A questo dolore di donna, di mamma, di sorella, fa da contraltare la convinzione di dover svolgere con sempre più forza la battaglia istituzionale quotidiana sulla legalità».

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