"E' presto per dare una valutazione sul contrasto alle mafie del nuovo governo, progetti e riforme sotto il contrasto alle mafie ancora non le ho viste ma è complesso e ci vuole più tempo. Ma registro che Giorgia Meloni ne ha parlato mentre il precedente governo no". Così il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. Gratteri ha poi parlato della riforma, ribadendo la sua posizione: "Basterebbe un rigo: abrogare la riforma Cartabia. In Italia ci sono 1.600 magistrati e ce ne vorrebbero il doppio solo per attuarla, avendo moltiplicato i passaggi. (...) In Europa non capiscono niente del nostro sistema giudiziario: va bene che abbiamo preso i soldi del PNRR, ma se poi il sistema giudiziario non funziona, a cosa servono?".
"Con Nordio ho parlato di arte, lui è un grande conoscitore di Storia. Anche io mi considero un garantista, io e il mio ufficio osserviamo in modo ortodosso le norme del codice. Ci sono diffamatori quotidiani che scrivono notizie false, ho iniziato cause civili contro questi diffamatori seriali. Da quando sono a capo della procura di Catanzaro non c'è una sola condanna per ingiusta detenzione, lo dice il presidente della corte d’appello. Non ci sarebbero le carceri piene in Calabria se le mie indagini fossero tutte un bluff".
Gratteri ha parlato anche di 'Ndrangheta internazionale: "Siamo all’anno zero nel contrasto alle mafie. In Germania, dove è potentissima, la 'ndrangheta non uccide ma vende cocaina, l’Europa è un grande supermercato. I sudamericani vogliono essere pagati in Europa perché è conveniente investire in Europa".
Quanti un passaggio sul Ponte: "Il Ponte sullo Stretto? Negli ultimi dieci anni sono dimezzati i turisti che attraversano lo Stretto di Messina, perché ormai vengono con i voli low-cost. E se lo chiedete ai siciliani e ai calabresi, sono altre le opere pubbliche che vorrebbero vedere costruire. Ma le opere vanno fatte in base alla loro utilità, non se c'è il problema o meno di infiltrazioni mafiose". Chiusura per l'immigrazione: "La Francia e l’Inghilterra per un secolo e mezzo non possono parlare di Africa, per il passato coloniale che hanno avuto. Il problema dell’immigrazione sono i flussi fuori controllo. Ma mi chiedo perchè l’AISE non va sotto il deserto africano per capire cosa succede lì, anziché stare dentro il raccordo anulare? Perché la maggior parte di chi parte dal Nord Africa, spende 4 mila euro per il viaggio... partono solo quelli con i soldi".
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