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"Umiliazione fattore fondamentale per la crescita", bufera sul ministro Valditara

Giuseppe Valditara

«Via i cellulari in classe durante le ore di lezione». Prosegue dritto sulla via del rigore il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che sui social raccoglie le critiche per alcune dichiarazioni in cui, rilanciando i lavori socialmente utili da comminare agli studenti violenti, esalta «l'umiliazione» come fattore fondamentale di «crescita». Affermazioni sulle quali il ministro poi precisa di aver usato "un termine inadeguato": «mi dispiaccio io per primo», confermando tuttavia il messaggio ai ragazzi, di «imparare l’umiltà di chiedere scusa». Per tutto il giorno le opposizioni sono andate all’attacco.

"Il Prof. Valditara continua a scambiare la scuola per un riformatorio e dopo i lavori socialmente utili e il divieto di accedere al reddito di cittadinanza, oggi parla espressamente di 'umiliazionè, cose che non si sentivano da almeno 100 anni», insorge la deputata del Pd, Ilenia Malavasi. Rincara la dose la capogruppo in commissione Cultura della Camera e responsabile Scuola del Pd, Irene Manzi: «Un ragazzo in difficoltà prima lo giudicano inadatto per il merito, poi lo espellono dal sistema, gli tolgono il reddito, così finisce nel giro della criminalità, lo umiliano perché 'aiuta a crescerè. Questa è la scuola immaginata dal ministro Valditara? La scuola non è un carcere». Anche dal M5s si punta il dito contro l’atteggiamento "repressivo» e Nicola Fratoianni dell’Alleanza Verdi Sinistra, bolla le esternazioni di Valditara come «incredibili». Il tema del divieto ai cellulari (in classe sono vietati da una circolare ministeriale del 2007) non nuovo è nel mondo scolastico, come ricordano i modelli di successo, come quello del liceo Malpighi di Bologna, tra i primi istituti a introdurre il divieto di utilizzo dello smartphone a scuola già a partire dallo scorso settembre, sia per i ragazzi sia per gli insegnanti. «Migliora la concentrazione» spiega la dirigente, Elena Ugolini. E se il Codacons si dice «totalmente favorevole», "al punto da essere pronto a denunciare gli istituti che continueranno a consentire l’uso dei telefonini in classe», i presidi dell’Anp ricordano che quello che va stigmatizzato è "l'uso improprio» mentre resta l’autonomia delle scuole nel loro disciplinamento.

Dura la reazione degli studenti: «Valditara vuole solo repressione e umiliazione». A scaldare gli animi resta il passaggio dell’intervento del ministro all’incontro Italia-Direzione Nord a Milano di tre giorni fa in cui parla del caso di un ragazzo che ha preso a pugni una professoressa. «Quel ragazzo deve fare lavori socialmente utili perchè soltanto lavorando per la collettività, umiliandosi anche, evviva l’umiliazione che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità, di fronte ai suoi compagni, è lui lì che si prende la responsabilità dei propri atti e fa lavori per la collettività. Da lì nasce il riscatto». Affermazioni che oggi hanno fatto scatenare il popolo di Twitter dove l’hastag #Umiliazione diventa trend topic. In serata l’intervento del ministro: «Ammettere i propri errori significa realizzare che la realtà è più grande del proprio Io. È un tema di cui talmente avverto l’urgenza, da persona prima che da ministro, che al momento mi ha fatto utilizzare un termine sicuramente inadeguato, cosa di cui mi dispiaccio io per primo», ha aggiunto. «Riconfermo, invece, totalmente il senso del messaggio: alla società dell’arroganza occorre rispondere con la valorizzazione della cultura del rispetto e del limite e con la riscoperta del valore fondamentale dell’umiltà».

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