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Maxi blitz anti camorra a Napoli, 66 arresti. Botte a chi non pagava "affitto" case popolari

Dalle prime ore del mattino a Napoli è in corso una vasta operazione della polizia di Stato e dell’Arma dei carabinieri in esecuzione di un’ordinanza restrittiva, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 66 persone ritenute gravemente indiziate di associazione di tipo mafioso, estorsione e detenzione di armi, a vario titolo legate al cartello camorristico denominato De Luca - Bossa - Casella - Minichini - Rinaldi - Reale attivo nella zona orientale del capoluogo di regione campano.

Clan pretendeva "affitto" case popolari, botte a chi non pagava

Migliaia di euro con annessa una quota di mantenimento, una sorta di affitto, da pagare al clan, per accedere e rimanere negli alloggi popolari. Non solo. Anche botte e violenze varie per costringere gli inquilini ad andare via anche se indigenti o con figli in tenera età. Così la camorra gestiva il business delle case popolari nel quartiere Ponticelli di Napoli. Partono proprio da un episodio di violenza nei confronti di chi non aveva la possibilità di pagare le indagini - partite nel giugno 2020 - della Squadra Mobile di Napoli, del Commissariato "Ponticelli" e del Nucleo Investigativo dei carabinieri che oggi si sono concretizzate oggi con decine e decine di misure cautelari. Tra i sessantasei destinatari dei provvedimenti ci sono i vertici delle famiglie malavitose locali, dai De Luca Bossa ai Minichini, passando per i Casella.

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