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Scuola, iscrizioni dal 9 al 30 gennaio 2023. Dimensionamento: la norma e i chiarimenti

È stata inviata  a tutti gli istituti scolastici la nota con le indicazioni per le iscrizioni all’anno scolastico 2023/2024.

Anche quest’anno le procedure si svolgeranno online per tutte le classi prime delle scuole statali primarie e secondarie di primo e secondo grado. Le iscrizioni online riguarderanno anche i percorsi di istruzione e formazione professionale erogati in regime di sussidiarietà dagli istituti professionali e dai centri di formazione professionale accreditati dalle Regioni e le scuole paritarie che, su base volontaria, aderiranno alla procedura telematica. La domanda resta cartacea per la scuola dell’infanzia.

I genitori o coloro che esercitano la responsabilità genitoriale potranno trovare informazioni dettagliate su ciascun istituto e individuare la scuola di interesse attraverso "Scuola in Chiaro", l’applicazionemessa a disposizione dal Ministero: un QR Code dinamico associato ad ogni scuola fornirà tutte le informazioni sulle strutture, l’offerta formativa, le attrezzature e confronterà alcuni dati con quelli di altre istituzioni scolastiche del territorio. Il sito di riferimento per Scuola in Chiaro è cercalatuascuola.istruzione.it.

Le domande di iscrizione potranno essere poi inoltrate dalle 8:00 del 9 gennaio 2023 alle 20:00 del 30 gennaio 2023 attraverso il servizio “Iscrizioni online”, disponibile sul portale del Ministero dell’Istruzione e del Merito che sarà attivato nelle prossime settimane e conterrà, oltre al link per fare la domanda, materiali e informazioni utili per gli interessati. Si potrà accedere al sistema utilizzando le credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CIE (Carta di identità elettronica) o eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature). L’abilitazione al servizio sarà già possibile a partire dal prossimo 19 dicembre. Un passaggio che consentirà alle famiglie di prendere confidenza con la procedura. 

Si potrà presentare una sola domanda di iscrizione per ciascun alunno/studente, ma si potranno indicare fino ad altre due preferenze nel caso in cui la scuola scelta avesse un esubero di richieste rispetto ai posti disponibili. Il sistema “Iscrizioni online” avviserà le famiglie in tempo reale, a mezzo posta elettronica e tramite l’APP IO, dell’avvenuta registrazione e consentirà di seguire l’iter della domanda di iscrizione. Il Ministero attiverà, oltre al sito dedicato, anche un’apposita campagna di comunicazione, sui social e attraverso uno spot istituzionale, che guiderà le famiglie nelle diverse fasi della procedura e che segnalerà tutti gli strumenti a disposizione sia nella fase della scelta sia in quella della vera e propria domanda.

Info su https://www.miur.gov.it/web/guest/-/scuola-diramata-la-nota-sulle-iscrizioni-per-l-anno-scolastico-2023-2024-le-domande-dal-9-al-30-gennaio-prossimi

Il nuovo Piano per l'edilizia scolastica 

Martedì 6 dicembre alle 15, presso la Sala “Aldo Moro” del Ministero dell’Istruzione e del Merito, in viale Trastevere 76/a, il ministro Giuseppe Valditara presenterà il Piano per l’edilizia scolastica.
 Interverranno la direttrice generale per i fondi strutturali per l’istruzione, l’edilizia scolastica e la scuola digitale, Gianna Barbieri, e la direttrice generale coordinatrice dell’Unità di missione per il PNRR del Ministero, Simona Montesarchio. Il ministro ha nominato come suo portavoce il giornalista Giovanni Sallusti e come nuovo capo dell'ufficio stampa il giornalista Giuseppe Braga.

Dimensionamento scolastico: il documento ufficiale e i chiarimenti

“Sul tema del dimensionamento scolastico vorrei precisare che le scelte del dicastero vanno nella doppia direzione di mitigare gli effetti delle normative precedenti e di osservare i vincoli dell’Europa in attuazione del PNRR: non si può essere europeisti a corrente alternata, solo quando non costa alcuno sforzo”, ha affermato Valditara. “Le misure approvate dai ministri Azzolina e Bianchi hanno illuso il mondo della scuola, facendo credere che si potessero istituire nuove istituzioni scolastiche, ma facendosene carico per soli tre anni. Scaduta quella disciplina temporanea e transitoria (oggi in contrasto con il PNRR) se non fossimo intervenuti si sarebbe arrivati a una disciplina più penalizzante per ben 90 posizioni di dirigente scolastico e direttore amministrativo. È importante quindi uscire da un equivoco su cui troppi stanno giocando: la norma da noi proposta non prevede chiusure di plessi scolastici, ma l’efficientamento della presenza della dirigenza sul territorio, eliminando l’abuso della misura della “reggenza”, vero deficit organizzativo che abbiamo ereditato. Tra l’altro, la misura da noi voluta genera dei risparmi, che abbiamo ottenuto rimangano a beneficio del mondo della scuola e in particolare dei dirigenti scolastici. Questi sono fatti suffragati dall’analisi degli uffici tecnici del ministero”.

Il contenuto della norma: inquadramento generale

L’intervento normativo di riforma del sistema di dimensionamento della rete scolastica nazionale discende - afferma il ministro - da una stringente indicazione europea, nell’ambito delle misure del PNRR, che mira ad adeguare la rete scolastica all’andamento anagrafico della popolazione studentesca. In particolare, la riforma si pone l’obiettivo di armonizzare la distribuzione delle Istituzioni scolastiche a livello regionale con l’andamento della denatalità, considerando un arco temporale di dieci anni e superando il modello attuale. Tale analisi impatta inevitabilmente con il decrescere della popolazione studentesca nella fascia compresa tra i 3 e i 18 anni. Le proiezioni dei dati demografici per i prossimi anni, infatti, rilevano una costante riduzione del numero della popolazione residente. Per individuare il tasso di diminuzione della popolazione scolastica, è stata calcolata l’incidenza media, riferita agli anni dal 2016 al 2021, degli alunni presenti nell’Anagrafe Nazionale Degli Studenti sulla popolazione 3-18 anni - fonte ISTAT (2023-2034). La proposta tiene conto della riduzione degli studenti ma applica anche alcuni correttivi che tengono conto delle specifiche criticità di alcuni territori: comuni montani, piccole isole, minoranze linguistiche, cessazioni previste dei dirigenti scolastici, nuove immissioni in ruolo di dirigenti scolastici.

Finalità e punti di forza

Il sistema introdotto dalla riforma si prefigge di ottenere: l’armonizzazione delle reti scolastiche a livello regionale con il numero degli studenti nell’arco temporale di dieci anni, favorendo una migliore programmazione pluriennale della rete scolastica; la riduzione progressiva delle reggenze (sino all’eliminazione) attribuite ai dirigenti scolastici e della prassi dei DSGA condivisi tra più scuole, con il miglioramento dell’efficienza amministrativa e gestionale; l’attribuzione alle Regioni di un contingente di Istituzioni Scolastiche (ovvero un numero complessivo di dirigenti scolastici e DSGA) che ciascuna Regione potrà organizzare autonomamente senza i parametri legati al numero minino di alunni per Istituto 600/400; la previsione di meccanismi compensativi in grado di attenuare la riduzione delle istituzioni scolastiche rispetto agli effetti della normativa vigente 600/400. Questo modello consentirà anche di programmare per ogni triennio il numero di istituzioni scolastiche, con dirigente scolastico e DSGA. Tale circostanza permetterà alle Regioni di procedere a una pianificazione a livello locale adeguata alle esigenze del territorio e all’Amministrazione di programmare un piano di assunzioni sulla base dell’effettivo fabbisogno. Inoltre, la disposizione esclude il verificarsi di situazioni di esubero di dirigenti scolastici, tenuto conto del personale attualmente in servizio e della stima delle cessazioni per i prossimi anni.

Risparmi di spesa

Dall’applicazione della misura, a seguito della razionalizzazione della rete scolastica e del minor fabbisogno di dirigenti scolastici e di direttori dei servizi generali e amministrativi, si genereranno dei risparmi di spesa certificabili anno per anno. I risparmi sono stati quantificati nei diversi anni secondo la misura riportata in tabella. Punto qualificante dell’impianto complessivo è la possibilità di reinvestire in modo strutturale tali risorse a favore del sistema scolastico. In particolare, la norma consente di riutilizzare per incrementare: il Fondo di funzionamento delle istituzioni scolastiche; il Fondo Unico Nazionale della dirigenza scolastica; il Fondo integrativo di istituto, anche con riferimento alle indennità destinate ai direttori dei servizi generali ed amministrativi; il Fondo "La Buona Scuola" per il miglioramento e la valorizzazione dell'istruzione scolastica di cui all'articolo 1, comma 202, della legge 13 luglio 2015, n. 107 nonché al pagamento delle supplenze brevi e saltuarie del personale scolastico.

In ogni caso, la scelta sulle specifiche destinazioni di tali risparmi sarà rimessa alla decisione del Ministro dell’Istruzione e del Merito, che con un proprio provvedimento determinerà la finalizzazione delle risorse e la loro distribuzione, tenendo in considerazione le esigenze connesse allo svolgimento delle funzioni dei dirigenti scolastici come soggetti direttamente coinvolti nel processo di riforma.

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