Sono stati revocati gli arresti domiciliari al sottufficiale dei Carabinieri, Antonio Mazzone, 44enne originario di Napoli ma fino al recente passato in servizio operativo a Reggio Calabria, accusato di concorso esterno con la 'ndrangheta. La scarcerazione è stata disposta dal Tribunale del Riesame di Reggio Calabria.
Anche lui è tra gli indagati eccellenti dell'operazione della Guardia di Finanza “Revolvo”: tra i 14 sotto accusa anche sette funzionari pubblici dipendenti del Comune di Reggio Calabria e, soprattutto, gli imprenditori Gironda, i tre fratelli Francesco, Giovanni e Filippo Gironda, rispettivamente di 74, 72 e 63 anni: secondo le conclusioni del pool antimafia di Reggio, del procuratore Giovanni Bombardieri, dell'aggiunto Giuseppe Lombardo e del Pm Sara Amerio, sarebbero stati il terminale di una struttura che "si porrebbe in diretto rapporto con diverse famiglie mafiose del territorio reggino, assicurandosi l'esecuzione di moltissime attività di edilizia pubblica, poi ridistribuite all'interno del gruppo e a ditte "di fiducia" attraverso lo strumento del subappalto".
Posizione diversa per il Carabinieri: secondo la tesi degli inquirenti si sarebbe messo a disposizione dell'ex moglie del pentito Liuzzo fornendole veicoli e apparecchiature tecniche nella sua disponibilità al fine di garantirle “libertà di movimento e la bonifica del territorio da possibili microspie”.
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