Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Papa Francesco: l'omosessualità non è un crimine, i vescovi accolgano i gay

Papa Francesco

L’omosessualità «non è un crimine» ma «una condizione umana» e a quelli che dicono sia "un peccato"  Papa Francesco replica che lo è anche la «mancanza di carità» e comunque «bisogna distinguere tra il peccato e il crimine». Francesco lo dice in un’intervista a tutto campo con l'Associated Press nella quale parla anche delle critiche che gli sono arrivate da alcuni cardinali e vescovi dopo la morte di Benedetto: «Non è una dittatura», «non c'è un imperatore a cui non possono dirgli niente» ma almeno «le dicano in faccia».

Il Papa rivela poi di essersi leggermente fratturato il ginocchio con una caduta ma che non c'è stato bisogno dell’intervento e che è anche tornata la diverticolosi. Ma complessivamente «sono in buona salute», assicura. Papa Francesco critica dunque le leggi che criminalizzano l'omosessualità come «ingiuste», affermando che Dio ama tutti i suoi figli così come sono e ha invitato i vescovi cattolici ad accogliere le persone Lgbtq nella Chiesa. «Questi vescovi devono fare un processo di conversione», ha detto, aggiungendo che dovrebbero usare «la tenerezza, per favore, come Dio ha per ciascuno di noi».

«Essere omosessuali non è un crimine. Non è un crimine. "Sì, ma è un peccatO" - ha detto il Papa come per anticipare una replica di altri a quanto lui stava dicendo - Prima distinguiamo tra un peccato e un crimine», ha invitato il Papa. Poi ha aggiunto: «È peccato anche mancare di carità gli uni con gli altri, non è vero?.

L’omosessualità non è un crimine - ha ribadito - ma una condizione umana». Quanto alle critiche al pontificato, arrivate per esempio da Gaenswein, Mueller, Pell, tutte persone che erano molto vicine a Ratzinger, «non le riferirei a Benedetto» ma «all’usura di un governo di dieci anni». «L'unica cosa che chiedo è che me le dicano in faccia, perché è così che cresciamo tutti, giusto?». Francesco ha elogiato Benedetto come un «gentiluomo» e ha detto della sua morte: «Ho perso un papà», «per me era una sicurezza», "ho perso un buon compagno». Bergoglio assicura di essere «in buona salute» per la sua età. «Potrei morire domani, ma è sotto controllo. Sono in buona salute», ha aggiunto il Pontefice con il suo solito senso dell’umorismo, ribadendo che non pensa alle dimissioni, neanche ora che è morto Benedetto ("Non mi è venuto in mente di fare testamento").

Il Papa parla infine del caso di Marko Rupnik, il gesuita e artista accusato di abusi da diverse religiose, e assicura di non avere avuto un ruolo nella gestione dello stesso. «Per me è stata una sorpresa, davvero. Una persona, un artista di questo livello, per me è stata una grande sorpresa e una ferita». Francesco ha affermato di volere maggiore trasparenza nel modo in cui vengono gestiti i casi. «È quello che voglio», ha detto. "E con la trasparenza arriva una cosa molto bella, che è la vergogna. La vergogna è una grazia». Il Papa ha spiegato di essere intervenuto solo proceduralmente per mantenere la seconda serie di accuse delle nove donne con lo stesso tribunale che aveva ascoltato la prima perché altrimenti «i percorsi procedurali si dividono e tutto si confonde». Quanto al fatto che il Vaticano non abbia rinunciato in questo caso alla prescrizione, il Pontefice concorda che è giusto rinunciare "sempre» ai termini di prescrizione per i casi che coinvolgono minori e «adulti vulnerabili», per mantenere invece le tradizionali garanzie legali con i casi che coinvolgono altri. "La prescrizione» e «la presunzione di innocenza» sono garanzie e «io sono un garante» ma «non per questo ci laviamo le mani dal problema».

Caricamento commenti

Commenta la notizia