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Catania, due start-up contro la discriminazione: immigrati si occupano di aziende agricole

L’Ufficio speciale immigrazione dell’assessorato regionale al Lavoro e alla famiglia ha finanziato un progetto per contrastare la diffusione di economia sommersa, lavoro nero, discriminazione. Un’iniziativa innovativa che genera imprenditorialità, accoglienza e inclusione socio-lavorativa di persone provenienti da Paesi terzi. In un mezzo ettaro di terreno messo a disposizione dall’Istituto tecnico agrario “Eredia”, tra il litorale della Plaia e la zona industriale, un gruppo di immigrati sta provando a crearsi un futuro, pianificando la crescita di due nuove realtà produttive: nei prossimi mesi gestiranno due start-up, con l’obiettivo di farle crescere in autonomia e a lungo termine.
«Abbiamo proposto di realizzare questa attività alla Regione nel 2021: è stata approvata dall’allora assessore Antonio Scavone e si è concretizzata con la collaborazione delle dirigenti Rita Vitaliti del Cpia e Giusy Lo Bianco dell’Istituto Eredia – ha detto Francesco Cauchi, coordinatore dell’iniziativa finanziata dalla Regione –. Il progetto è l’inizio di molte altre opportunità di accoglienza a Catania». Le farm (aziende agricole) in via di sviluppo contano 10mila cespi tra lattughe, broccoli, sedano, cavoli, ai quali si aggiungono un campo di piselli e fave e una coltivazione che potrebbe produrre 12 quintali di patate. Saranno recuperate anche serre abbandonate.

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