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Napoli, accoltella un poliziotto. Un altro agente spara e lo uccide. La madre: "Vedeva il diavolo"

Tutto è iniziato a tarda sera, in un’abitazione di via Pietro Colletta, nel centro storico di Napoli, tra il Corso Umberto e la Stazione centrale. Mario Ementato, 30 anni da compiere il prossimo 21 dicembre, in preda agli effetti della droga, secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, dopo un’accesa discussione ha ferito con un paio di forbici la madre e il compagno della donna che ha cercato inutilmente di fermarlo. Poi, come in preda ad un raptus, ha raggiunto il vicino commissariato di Polizia "Vicaria" che si trova in piazza Enrico de Nicola, di fronte a Castel Capuano, storica sede del vecchio Tribunale di Napoli, dove il patrigno era corso a denunciare l’accaduto per tentare di accoltellarlo. Sono stati momenti concitati e di forte tensione. I poliziotti hanno cercato di dissuadere il 29enne. Ma Ementato, già noto alle forze dell’ordine per reati connessi alla droga e predatori, ha colpito con le forbici il "patrigno".

Un agente è intervenuto per disarmare l’aggressore ma è stato ferito alla gamba destra dall’arma da taglio brandita da Ementato. Stava per essere colpito dalla coltellata per una seconda volta quando è intervenuto in sua difesa un altro poliziotto che ha sparato ferendo gravemente alle gambe il 29enne. Quest’ultimo è stato soccorso e portato nell’ospedale Vecchio Pellegrini dove poi è morto verosimilmente a causa di un’emorragia. L'agente che ha sparato è attualmente indagato, come atto dovuto e a sua tutela, per omicidio. Ci sono ancora aspetti da chiarire per fare luce sulla vicenda. Di sicuro, a quanto si è appreso, nella colluttazione sono rimasti coinvolti tre agenti della Polizia di Stato, un centralinista ed altri due agenti della volante del commissariato Vicaria. Nello stesso ospedale dove è stato portato il 29enne che poi è deceduto, sono stati medicati e dimessi il patrigno e l’agente accoltellato. Per quest’ultimo una diagnosi di 15 giorni. La donna, invece, è stata medicata e dimessa all’ospededale Cardarelli. Sulla vicenda è intervenuto Giuseppe Alviti, leader della Federazione nazionale lavoratori, che raggruppa anche le guardie giurate, il quale ha espresso «solidarietà e vicinanza alla Polizia di Stato.

"Mio figlio vedeva il diavolo – ha detto la donna – perché faceva abuso di stupefacenti, non era più lui". Raccontando dell'aggressione della sera prima, ha aggiunto: "Ci ha colpito entrambi con delle forbici, perché diceva che vedeva dei demoni. Ho aperto la porta e ho fatto scappare il mio compagno".

A Napoli «anche i commissariati sono a rischio aggressioni» e serve «una tutela militarizzata». La segreteria nazionale del sindacato di Polizia Pnfd esprime solidarietà al personale del commissariato Vicaria. «Per quanto dispiace sempre che un giovane muoia in un così tragico episodio, è pur vero che gli agenti hanno sicuramente dimostrato una grande professionalità. Lo stesso agente che si è visto costretto ad usare la pistola lo ha fatto solo quando si è reso conto di non avere altra scelta. Comprendiamo la sofferenza psicologica che sta vivendo chi ha usato l’arma dopo avere visto ferire un collega». «Sono anni - dice Giuseppe Raimondi, segretario generale Coisp - che chiediamo più attenzione per i commissariati, rafforzandoli con mezzi e poliziotti, e impiegando per servizio di vigilanza serale e notturno almeno due operatori».

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