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Crotone, l'ex portavoce della Guardia costiera: "Così la politica ha impedito di salvare quelle vite”

Secondo l'ammiraglio, con l'arrivo del governo Conte Uno, il clima politico e le regole d'ingaggio sono cambiati, così come l'immagine stessa del Corpo.

L'ammiraglio Vittorio Alessandro, ex portavoce del Comando generale delle Capitanerie di porto, oggi in pensione, ha ricordato in un'intervista a Repubblica la gloriosa storia della Guardia costiera italiana e la sua percezione nell'opinione pubblica, mentre la stessa istituzione è sotto accusa per il mancato salvataggio del barcone di Cutro.

Secondo l'ammiraglio, con l'arrivo del governo Conte Uno, il clima politico e le regole d'ingaggio sono cambiati, così come l'immagine stessa del Corpo. La sua attività di salvataggio dei migranti è persino scomparsa dalle foto dei calendari del Corpo. L'operatività della Guardia costiera è stata ridotta sotto il controllo del Ministero dell'Interno, e la sua attività è stata in qualche modo imbrigliata da alcuni decreti interministeriali.

L'ammiraglio ritiene che questo sia il problema attorno al quale si è maturata la tragedia di Cutro. "In mare non si fa polizia, ma si fa soccorso", e se l'MRCC (il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo) avesse percepito la priorità di dichiarare un evento di ricerca e soccorso anche a 40 miglia, avrebbe potuto mandare le motovedette della Guardia costiera per salvare i migranti. Invece, si è fatta un'operazione di polizia.

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