«Per favore, non sospendete le ricerche in mare dei nostri cari. Noi pensiamo che sotto la barca ci siano ancora molti corpi». A dirlo è Zahra Barati, una donna afghana che nel naufragio di Cutro del 26 febbraio ha perso il fratello partito dalla Turchia per raggiungere la sorella in Finlandia. Adesso, infatti, la preoccupazione dei familiari delle vittime – ne mancherebbero all’appello ancora 21 secondo la Polizia di Crotone – è che alcuni corpi siano rimasti incastrati nel vano motore tra i resti del caicco “Summer Love” in fondo al mare. Per questo, continua incessante il lavoro dei soccorritori di Guardia Costiera, Gdf e Vigili del fuoco per setacciare ogni metro quadrato di specchio d’acqua e di terraferma. Intanto, ieri sono stati ritrovati altri due cadaveri che hanno fatto salire ad 81 il bilancio delle morti accertate. Intorno alle 14 è stata recuperata l’80esima vittima e nel tardo pomeriggio anche l'81esima. Un elicottero della Guardia costiera ha infatti avvistato dall’alto un corpo nel tratto di mare antistante al comune di Belcastro (Catanzaro), pochi chilometri a sud dov’è avvenuto il naufragio. Il primo dei due cadaveri recuperato è quello di un uomo dall’apparente età di 30 anni, in avanzato stato di decomposizione, difficile da identificare essendo rimasto in acqua per sedici giorni. Sul posto sono intervenuti anche la squadra scientifica della Polizia e il medico legale per autorizzare la rimozione del corpo. Stesso genere e stessa età pure per il secondo cadavere rintracciato qualche ora dopo vicino al villaggio di Praialonga (Isola Capo Rizzuto). Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Nazionale