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Assistenza a casa in tilt, anziani a rischio in Sicilia

La sanità negata in tutte le province dell’Isola. E c’è un uso improprio dei ricoveri in ospedale. Sono oltre 200mila i pazienti over 65 che non riescono a ricevere le cure a domicilioBarone (Uil pensionati): mancano le strutture territoriali e le malattie croniche aumentano

Oltre 200mila persone, sparse da un capo all’altro dell’Isola e affette da problemi cronici di salute, più o meno pesanti ma tutti gestibili a domicilio, dai familiari con l’aiuto e il controllo, anche sporadico, dei medici. Almeno in teoria, visto che, nella pratica, la carica dei 200mila siciliani over 65 considerati come soggetti fragili, corrispondente al 18% dei circa 1,1 milioni di pensionati presenti sul territorio, «registra oggi grandissime difficoltà nel trovare assistenza socio-sanitaria a casa, sia perché le famiglie, vuoi per l’età media in rapida crescita vuoi per la migrazione dei giovani, hanno una minore disponibilità ad accudire gli anziani, sia perché il nostro sistema sanitario è strutturato soprattutto per le emergenze e le acuzie, e non per dare risposte in questo senso».
A suonare l’allerta, con dati Istat alla mano, è il segretario generale della UilP Sicilia, Claudio Barone, che giovedì prossimo, in un convegno organizzato dal sindacato, discuterà del tema assieme all’assessora regionale alla Salute, Giovanna Volo, partendo da un altro dato, estrapolato dall’Istituto di statistica: se in tutta Italia solo l’1,2% degli anziani può contare sulle cure domiciliari, nell’Isola l’asticella scende allo 0,7%, «praticamente nulla, mentre c’è da chiedersi per quanto ancora i nostri anziani riusciranno a condurre una vita normale in questa situazione».

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