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Meloni: "Falso dire che senza armi a Kiev si potrebbero tagliare le tasse"

«All’indomani della disgrazia di Cutro ho scritto al presidente della Commissione europea, al presidente del Consiglio europeo e al Consiglio Ue. Per ribadire che non possiamo attendere oltre. Non possiamo aspettare inermi il prossimo naufragio, pericolo insito per viaggi organizzati da scafisti senza scrupoli. Le frontiere dell’Italia sono le frontiere dell’Europa». Lo ha dichiarato la premier Giorgia Meloni nelle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo.

La premier ha parlato a 360°: «Questo governo è abituato a difendere l’interesse nazionale: non abbiamo mai fatto mistero di voler aumentare i propri stanziamenti in spese militari, come hanno fatto i governi precedenti, magari di soppiatto, senza metterci la faccia. Noi la faccia ce la mettiamo convinti che rispettare gli impegni sia vitale per tutelare la sovranità nazionale. La libertà ha un prezzo: se non sei in grado di difenderti lo fanno altri ma lo faranno imponendo un prezzo». «Noi inviamo armi all’Ucraina anche per poter tenere la guerra lontana dal resto d’Europa e da casa nostra. Raccontare agli italiani che se non fornissimo armi all’Ucraina si potrebbero aumentare le pensioni o ridurre le tasse è una menzogna che intendo chiamare con il suo nome».

«Entro il 2023 bisogna arrivare a nuove regole sul patto di stabilità, sulla base di principi realistici dopo la pandemia del Covid: serve più equilibrio tra stabilità e crescita. In passato c'è stata molto più attenzione alla stabilità, ora abbiamo più bisogno di attenzione alla crescita. E’ la nostra priorità. Le nuove regole devono sostenere investimenti pubblici. Il tempo dell’austerità è finito».

 

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