Domenica 24 Novembre 2024

Berlusconi in chemioterapia per leucemia cronica. Il fratello: "Lieve miglioramento"

Silvio Berlusconi ha iniziato la chemioterapia per combattere una forma di leucemia che lo ha colpito e che ne ha costretto il ricovero nella terapia intensiva del San Raffaele. «Il Presidente Silvio Berlusconi è attualmente ricoverato in terapia intensiva per la cura di un’infezione polmonare». E’ quanto si legge nel primo bollettino medico firmato dai professori Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri, sulle condizioni dell’ex premier Silvio Berlusconi, ricoverato da ieri al San Raffaele. «L'evento infettivo - continua la nota - si inquadra nel contesto di una condizione ematologica cronica di cui egli è portatore da tempo: leucemia mielomonocitica cronica, di cui è stata accertata la persistente fase cronica e l’assenza di caratteristiche evolutive in leucemia acuta. La strategia terapeutica in atto prevede la cura dell’infezione polmonare, un trattamento specialistico citoriduttivo mirato a limitare gli effetti negativi dell’iperleucocitosi patologica e il ripristino delle condizioni cliniche preesistenti». Anche la figlia Marina è arrivata all’ospedale San Raffaele di Milano per fare visita al padre Silvio Berlusconi, ricoverato da ieri nel reparto di terapia intensiva. All’interno della struttura sono presenti anche il fratello Paolo e il figlio minore Luigi. «Siamo più sollevati, c'è un miglioramento. Siamo fiduciosi». Così Paolo, il fratello di Silvio Berlusconi, ha parlato con i cronisti uscendo dall’ospedale San Raffaele di Milano, dove ha fatto visita all’ex premier ricoverato da ieri. «Sta riposando», ha concluso. Le condizioni di Silvio Berlusconi "registrano oggi un incoraggiante miglioramento rispetto a ieri. Sebbene la situazione imponga la massima prudenza, l’ex premier starebbe reagendo in modo positivo alla terapia antibiotica decisa per curare la polmonite insorta negli scorsi giorni». Lo apprende l’ANSA da fonti vicino al presidente. «La forma di leucemia cronica da cui è affetto da tempo - come riferiscono le stesse fonti - peraltro non sarebbe rara per soggetti della sua età e viene normalmente trattata con terapie poco invasive, consentendo una qualità della vita pressoché normale».

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