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Francesco Messina: "Senza il '41 bis' i boss tornerebbero a comandare"

Dopo la cattura di Matteo Messina Denaro la mafia siciliana sta finendo, come sostiene qualcuno? «Purtroppo, non è vero. Il lavoro di questi 30 anni ha permesso di limitare fortemente Cosa Nostra. Ne è stata ridotta l’offensività. Ma pensare che sia stata sconfitta per sempre è un errore grave», sostiene in un’intervista al quotidiano La Repubblica Francesco Messina, il direttore centrale dell’Anticrimine della Polizia. Secondo il dirigente, la sua cattura «ha rappresentato un colpo, certo, importantissimo» in quanto «rappresentava un simbolo» ma «i segnali di fermento sono altrove».

Per esempio «a Palermo, con le ultime elezioni, abbiamo visto un tentativo di avvicinarsi alla politica. I nuovi gruppi cercano di creare un direttorio, ma per fortuna il lavoro della magistratura e di tutte le forze di Polizia non glielo permette. Ora la forza è nella gestione delle piazze di spaccio che consente loro di avere una liquidità importante. Ma non è il 'fuori' che ci fa stare preoccupati quanto il 'dentro'», nel senso che «stiamo assistendo a una fibrillazione carceraria, a riprova che gli unici veri capi sono in galera. I vecchi boss non hanno perso la loro operatività. Questo è possibile grazie agli enormi capitali che hanno accumulato negli anni e consente loro di vivere bene».

Secondo Messina «la vittoria contro la mafia si è sviluppata grazie a quattro pilastri: la legislazione sui collaboratori, l’ergastolo ostativo, il 41 bis e le misure di prevenzione patrimoniale. Troppo spesso, nel dibattito pubblico, questi pilastri vengono messi in discussione senza rendersi conto delle conseguenze del ragionamento» perchè «senza il 41 bis, capi corleonesi come Leoluca Bagarella, Nino Madonia o i fratelli Graviano potrebbe accedere ai permessi premio e tornare per qualche giorno a casa. Abbiamo idea di cosa significherebbe? In poche ore ricostruirebbero contatti che noi abbiamo impiegato anni a eliminare», conclude il capo dell’Anticrimine che sottolinea come serve «non rompere quelle che abbiamo. Io ritengo cruciali le misure di prevenzione», ha aggiunto.

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