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Maestra sospesa per preghiere in classe: presentato ricorso

Il Ministero ha dato incarico a tre ispettori, scelti per esperienza e competenza, di verificare la regolarità del procedimento contro la maestra e la completezza dell’istruttoria.

Questa mattina è stato depositato al tribunale di Oristano il ricorso contro il provvedimento disciplinare nei confronti di Marisa Francescangeli, la maestra della scuola primaria di San Vero Milis, sospesa per 20 giorni con la decurtazione dello stipendio, dopo aver fatto recitare preghiere in classe. Il ricorso, presentato al giudice del lavoro, è stato predisposto dai legali Elisabetta Mameli e Domenico Naso, che assistono la docente per conto della Federazione Uil Scuola regionale e nazionale e che contestano questioni procedurali e di merito.

Nel ricorso viene chiesto l’annullamento della sospensione. Secondo i legali della maestra mancano le prove dei fatti. Mameli e Naso sostengono che il provvedimento di sospensione sia stato disposto solo sulla base delle dichiarazioni di tre mamme che hanno riportato la loro versione al dirigente scolastico, Alessandro Cortese. Era stato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, a specificare ieri che - secondo la relazione in suo possesso - la sospensione fosse scaturita da «reiterate preghiere e canti religiosi nelle ore disciplinari».

«Anzichè insegnare storia, geografia e matematica, la docente avrebbe fatto cantare inni religiosi o pregare», aveva spiegato il Ministro. La maestra Francescangeli in risposta a questa accusa, intervenuta in tv aveva parlato di «esagerazione», negando qualsiasi altro addebito. Il Ministero ha dato incarico a tre ispettori, scelti per esperienza e competenza, di verificare la regolarità del procedimento contro la maestra e la completezza dell’istruttoria.

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