
«Sicuramente il fatto è abbastanza grave, mi riservo quanto torno di parlarne col ministro Nordio per capire bene come sono andate le cose, sicuramente ci sono anomalie. La principale anomalia credo sia la decisione della Corte di Appello di tenerlo ai domiciliari con motivazioni discutibili e di mantenere la decisione anche quando c'era una decisione sull'estradizione: quindi credo che il ministro abbia fatto bene ad avviare un’azione disciplinare e quindi bisogna fare chiarezza». Così la premier Giorgia Meloni in un punto stampa a margine della missione in Etiopia, parlando del caso Uss.
Ma allo stato attuale la confusione è reale. Quando l’imprenditore russo Artem Uss, lo scorso 2 dicembre, venne posto agli arresti domiciliari, il ministero della Giustizia infatti non solo non chiese, come era nei suoi poteri, un aggravamento della misura, ma rispondendo ad una lettera con cui il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti aveva evidenziato il rischio di fuga, rassicurò che la decisione più idonea era di esclusiva spettanza della Corte d’Appello di Milano e che era stata comunque resa più sicura con l'applicazione del braccialetto elettronico. Sono due passaggi chiave della relazione inviata al ministero dalla Corte d’Appello milanese, dopo la richiesta di chiarimenti di una settimana fa in merito al caso dell’evasione dai domiciliari del figlio 40enne di Alexander Uss, potente governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk e amico di Putin. L’uomo d’affari, bloccato il 17 ottobre a Malpensa su mandato Usa con l’accusa di presunti traffici illeciti di materiale civile e militare "dual use", di contrabbando di petrolio dal Venezuela verso Cina e Russia eludendo le sanzioni, riciclaggio e frode bancaria, nell’immediatezza dell’arresto si era visto convalidare dai giudici il carcere.
"Sul Pnrr rispetteremo le scadenze di Agosto"
«Non so dare una data precisa ma posso dire che noi rispettiamo le prescrizioni che ci vengono fornite» dall’Europa e «la prescrizione della Commissione Ue è agosto». Così sempre la premier Giorgia Meloni a chi le chiede quando sarà presentato l'aggiornamento del Pnrr insieme al nuovo capitolo RepowerEu. «Non è un lavoro facile» e «per le modifiche del piano ci prendiamo il tempo che è necessario a ottenere il vero obiettivo, che non è fare i primi della classe e presentare una settimana prima il lavoro ma presentare un lavoro che ci consenta di spendere al meglio le risorse»
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