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Morta la psichiatra aggredita a Pisa, donati gli organi. Schillaci: "Violenza inaccettabile"

La psichiatra aggredita venerdì davanti all’ospedale di Pisa è morta ieri sera, poco prima della mezzanotte. Lo annuncia un bollettino medico congiunto dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana e dell’Azienda Usl Toscana nord-ovest. «Si è conclusa alle 23.40 la procedura di accertamento di morte con criteri neurologici - viene riportato -. Come già preannunciato nel precedente bollettino medico, si procederà alla donazione degli organi così come da volontà espressa in vita dalla Dr.ssa Capovani, condivisa dai familiari e autorizzata dal magistrato» della procura di Pisa.

Il ministro Schillaci: "Violenza inaccettabile"

E’ una «violenza inaccettaile», quella di cui è stata vittima la psichiatra Barbara Capovani, e la sicurezza degli operatori sanitari è una priorità: lo afferma in una nota il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in riferimento alla psichiatra morta nella notte scorsa in seguito all’aggressione davanti all’ospedale Santa Chiara di Pisa. «La morte di Barbara Capovani mi addolora profondamente, la violenza di cui è stata vittima è inaccettabile. Oggi è un giorno molto triste, ringrazio la famiglia per aver scelto di donare gli organi di Barbara e rivolgo a loro il mio personale e sentito cordoglio», dichiara il ministro in una nota. «La sicurezza di tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari mi sta particolarmente a cuore ed è per me una priorità su cui mi sono impegnato da subito. Insieme al ministro Piantedosi abbiamo aperto posti di polizia negli ospedali, con il decreto legge 34 abbiamo inasprito le pene e disposto la procedibilità d’ufficio per chi aggredisce personale sanitario e sociosanitario. Abbiamo anche avviato una forte campagna di sensibilizzazione per ricreare un rapporto di fiducia tra paziente e medico, perché è importante che i cittadini siano consapevoli che portare un camice bianco significa assicurare supporto, cura, aiuto».

Schillaci osserva inoltre che «la vicenda della dottoressa Capovani ci lascia tutti attoniti, ma non deve farci sentire impotenti: sono pronto insieme a Ordini, Federazioni e Sindacati, anche nell’ambito dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza delle professioni sanitarie e sociosanitarie, a lavorare per individuare ogni altra strada percorribile e soluzioni utili a prevenire ogni genere di violenza e a garantire i massimi livelli di sicurezza per chi si prende cura della salute, fisica e mentale, dei cittadini».

Giani: "Speravamo ce la facesse"

«Tutti abbiamo pregato e sperato che la dottoressa Barbara Capovani potesse riprendersi dalle ferite atroci e invece ci ha lasciati dopo aver lottato per ore. Dolore profondo della Toscana tutta che ci lascia sgomenti. Ci viene strappata una convinta psichiatra che aveva scelto la sanità pubblica dedicandosi negli anni con generosità, amore e professionalità a centinaia di pazienti». Lo scrive il presidente della Toscana Eugenio Giani sui social. «Ma la dottoressa Capovani era anche una moglie e una mamma - aggiunge -, ci stringiamo in particolare a suo marito e ai suoi figli che hanno chiesto la donazione degli organi che aiuteranno a salvare altre vite. Un abbraccio anche ai suoi colleghi e amici».

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