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Sfida degli hacker russi ai siti italiani, raid nel giorno di Zelensky

Nel giorno di Zelensky a Roma il gruppo di hacker russi NoName057 torna a colpire i siti istituzionali italiani. Durante l’intera giornata, che ha visto il presidente ucraino in visita nella Capitale, il movimento ha affermato di aver lanciato attacchi Ddos ai portali del Viminale e del Consiglio superiore della magistratura.

Blitz che, comunque, sarebbero stati arginati in breve tempo, tanto che al momento della rivendicazioni le pagine web erano on line e consultabili senza particolari problematicità. Stando a quanto si apprende da fonti investigative, infatti, i blitz sarebbero condotti esclusivamente per cercare la ribalta mediatica. Una conferma arriva dalla stessa crew russa che in serata ha pubblicato sul proprio canale Telegram gli screenshot degli articoli online che riguardavano i loro attacchi in Italia.

Non è la prima volta che il gruppo NoName057 organizza attività di hackeraggio in Italia. L’ultimo blitz risale allo scorso marzo, in concomitanza della visita della premier Giorgia Meloni a Kiev. Nel mirino finirono siti del governo, di alcuni ministeri e di aziende del settore trasporti accusati di essere "russofobi». Il movente sarebbe da ricercare nel via libera da parte del governo italiano all’invio delle armi a Kiev. L'attività era sempre la stessa, e cioè attacchi Ddos, termine informatico con il quale si identifica il tentativo di bloccare l'accesso ai siti attraverso un numero elevato di richieste di accesso.

In quel caso a muoversi era stato lo stesso Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche ed i Centri operativi per la sicurezza cibernetica della Polizia postale. L’Agenzia cyber aveva preallertato gli obiettivi ed aveva suggerito contromisure per mitigare i danni oltre che per implementare il livello di protezione. Il collettivo NoName57, secondo le ricostruzioni degli esperti, è apparso a marzo del 2022, a ridosso dell’invasione russa, e ha iniziato a prendere di mira i paesi dell’Est Europa, dalla Polonia alla Lettonia. Ma col tempo ha allargato il proprio raggio d’azione coinvolgendo anche l’Italia e numerosi altri Paesi europei, oltre che Stati Uniti e Canada.

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