"Non si gioca con la vita. Chi sbaglia deve pagare. Vale per i cittadini, deve valere anche per chi ha responsabilità nel governo del territorio" Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile e per le Politiche del mare. In Emilia Romagna «la situazione è sempre di emergenza, sia pure di più bassa pericolosità - spiega -. Ma nulla è più prevedibile: con condizioni climatiche così bizzarre potrebbe accadere ancora, persino nei prossimi giorni». Per la ricostruzione «troveremo i fondi necessari, ma al tempo stesso va verificato se le somme stanziate negli anni alle articolazioni dello Stato per la lotta al dissesto idrogeologico sono state tutte utilizzate». aggiunge. All’origine di quanto accaduto in Emilia Romagna c'è stata «una serie di concause. L'acqua arriva sempre. Anche dopo 300 anni. E quando arriva vuole trovare i letti dei fiumi sempre liberi, guai a invaderli». È mancata «la cultura della tutela del territorio, visto solo come oggetto da sfruttare». È «un dovere cambiare approccio. Ignorarlo sarebbe un suicidio. Su questo tema c'è molta ipocrisia - sottolinea -. Bisogna interrogarsi sui guasti di un ambientalismo esasperato. Per costruire o solo pulire gli argini c'è un processo di autorizzazione che può impiegare anni». Nessuna misura «può essere adeguata se la tutela del territorio non diventa per tutti la preoccupazione numero 1». Musumeci per questo sta lavorando «a uno strumento prezioso. Nei prossimi giorni presenteremo un ddl sulla prevenzione strutturale da tutti i rischi e da tutte le calamità». Chi sbaglia «dovrebbe avere la sanzione che merita. In modo da generare un effetto di deterrenza. Attualmente invece chi dovrebbe vigilare sul territorio non sempre lo fa e non rischia nulla: anzi, genera emulazione». Inoltre «stanzieremo altri 20 milioni di euro per i primi interventi. E altre risorse per riaprire scuole e strade secondarie e per l’agricoltura. Poi - conclude - anticiperò un’altra proposta di legge per semplificare le procedure di ricostruzione post calamità».