E’ durata 9 minuti la videochiamata in cui Alessandro Impagnatiello, che aveva appena ucciso la compagna incinta di sette mesi, ha assicurato che Giulia stava bene alla ragazza con cui aveva una relazione parallela, che chiedeva sue notizie: prima le ha detto che stava dormendo nella loro camera da letto, poi che in realtà era andata da un’amica. Lo ha ricostruito agli investigatori, lo scorso 31 maggio, la stessa ragazza la quale, nel pomeriggio, si era incontrata con Giulia per parlare della doppia vita del barman. Quella sera la giovane, preoccupata in quanto Giulia non rispondeva ai suoi messaggi, aveva «cercato di capire dove fosse» e ha cominciato a cercare Impagnatiello il quale ha risposto solo alla terza videochiamata.
"Prese dal lavoro i guanti del delitto"
Li ha presi «dal lavoro» i guanti in lattice azzurri che Alessandro Imagnatiello ha usato per spostare il corpo di Giulia Tramontano, la sua fidanzata incinta al settimo mese, uccisa il 27 maggio e di cui ha fatto ritrovare il cadavere nella notte tra mercoledì e giovedì. Lo ha spiegato la ragazza con cui il barman al Bamboo Bar dell’Armani Hotel di Milano aveva una relazione parallela. La giovane, collega nel locale, ha spiegato di aver notato che il 30enne, ora in carcere, il giorno dopo il delitto è uscito dal bar con i guanti che spuntavano dal suo zaino e che è riuscita a fotografare: "li ha presi dal lavoro, li ha presi lì"».