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Cybersicurezza, tra rischi del web e opportunità lavorative: l’Agenzia Nazionale in Sicilia 

A rappresentare l'Agenzia, con un intervento al convegno sulla formazione accademica in cybersecurity in calendario venerdì 9 a partire dalle 9,30 al Monastero dei Benedettini di Catania,  sarà Bernardo Palazzi, uno dei talenti reclutati dall’ACN, docente di cybersicurezza alla Brown University negli Usa

L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) sbarca in Sicilia, al fine di intensificare nelle regioni del sud la sensibilizzazione sulla tematica e per parlare di formazione, cioè di conoscenza contro i pericoli del web e di potenziamento delle competenze anche in chiave occupazionale, in un settore che schiude infinite possibilità soprattutto per i giovani. Un tema che sta da sempre a cuore alla giovane Agenzia governativa, nata meno di 2 anni fa e guidata dal prefetto Bruno Frattasi.
A rappresentare l'Agenzia, con un intervento al convegno sulla formazione accademica in cybersecurity in calendario venerdì 9 a partire dalle 9,30 al Monastero dei Benedettini di Catania,  sarà Bernardo Palazzi, uno dei talenti reclutati dall’ACN, docente di cybersicurezza alla Brown University negli Usa, che  oggi incontrerà studentesse e studenti degli ITIS Marconi e Archimede di Catania e dell’IIS Ferraris-De Nicola di San Giovanni La Punta, dove sono stati intrapresi percorsi di studio dedicati alla cybersecurity.

I percorsi degli ITS Academy

Questo specifico ambito rappresenta uno dei percorsi di formazione su cui puntare con concreti e immediati riscontri lavorativi: in questo senso gli ITS Academy (Istituti tecnici superiori), che durano due anni e si frequentano dopo il diploma di maturità, sono una valida alternativa al percorso universitario, sulla quale punta molto anche il Ministero dell'Istruzione per contribuire alle strategie di lotta all'abbandono degli studi e di agevolazione dell'accesso al mondo del lavoro, avvicinando domanda e offerta. E un forte impulso all'attivazione di ITS specializzati nella cybersecurity proviene proprio dall’Agenzia nazionale, che funziona come un "pronto soccorso" per enti pubblici o privati, presi di mira dagli hacker, ma allo stesso tempo funge da "vaccino": cercando di potenziare le difese immunitarie del tessuto sociale, in modo che gli attacchi hacker vadano a vuoto. Ma a tale scopo la sensibilizzazione deve coinvolgere tutti: enti pubblici, aziende private, scuole e chiunque utilizzi le risorse digitali.

Hacker sempre in agguato

Una banale azione di phishing, ad esempio, può compromettere interi sistemi e  proprio di questa mattina è la notizia di un attacco ai danni del Comune di Messina, dal cui account fittizio è partita una mail che, con il solito sistema credibile ad un occhio inesperto,  ma contenente chiari segni della matrice sospetta, invitava i contatti di una fantomatica "listastampa" a cliccare su un link per "non perdere i messaggi in sospeso". Cliccare il link e seguirne i passaggi può avere conseguenze nefaste per il dispositivo dal quale si accede e per i dati personali in esso contenuti, o avere effetti di sistema più ampi in base alla tipologia di attacco informatico. Fondamentale quindi un'azione di divulgazione che sia quanto più ampia possibile, raggiungendo la sterminata utenza del web che sovente però vi accede senza conoscerne i rischi e senza possedere i giusti strumenti di difesa.

 ACN cerca 60 tecnici: prova scritta il 20

E proprio il dilagare dei rischi rende necessarie le forze per contrastarli, determinando vaste potenzialità di impiego nel settore. L’Agenzia stessa è in forte crescita: l'attuale organico di  180 unità,  tutte localizzate a Roma, dovrà toccare quota 300 entro fine anno. È in corso un bando per 60 tecnici diplomati, il 20 giugno ci sarà la prova scritta a Roma. Ma, assicura l'Agenzia, non sarà  l’unica occasione. Lo staff di ACN è composto da molti giovanissimi: l’età media è di 38 anni, costituendo un unicum nella pubblica amministrazione dovuto alla necessità di competenze legate certamente ad un target più giovane. Tra i suoi primati vanta anche il “rientro dei cervelli”, andando a ricercare i suoi esperti tra professionalità giovani che avevano lasciato l'Italia spesso proprio a causa della mancanza di opportunità di affermazione in un settore ad alto tasso di evoluzione tecnologica.

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