La spettacolarizzazione di ogni cosa. Di tutto ciò che possa provocare quel brivido sulla schiena. Magari, perché no, cercando di emularlo a breve, anche se ci si trova dall'altra parte dello Stivale. Viaggiare a velocità elevatissime sul filo del rasoio, spazzando via tutto (e tutti). Per cosa poi? Consensi, hype (tanto per svecchiare il lessico e risultare meno boomer), appeal. Più l'impresa è “epica”, assurda, al limite, più piace ed è seguita. Ciò che dovrebbe essere condannato e stigmatizzato si traduce in numeri altissimi, camuffati da modello da seguire. Solo così si spiega, ahinoi, il meccanismo perverso che ha portato all'esplosione dei profili social dei The Borderline, nonostante la storiaccia (eufemismo) terminata con un finale terribile: la morte del piccolo Manuel, a Casal Palocco. In un solo giorno (fonte Repubblica) i follower del gruppo di youtuber si sono moltiplicati fino ad aumentare di 24mila unità: il paradosso di un meccanismo social che fa rima sempre più con deriva sociale. Scambiare il libero arbitrio con il “fare tutto ciò che pare e piace”, dire ciò che si vuole su tutto e tutti, ovunque (basta compilare un'anagrafica sul web e il gioco è fatto). E non si tratta di scarto generazionale, nuovi trend, restare o meno al passo coi tempi: questo congegno è sbagliatissimo, da qualsiasi parte lo si guardi. Qualsiasi epoca o generazione si rappresenti.
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