Hamish Harding, il miliardario britannico che lo scorso anno andò nello spazio, sarebbe fra coloro a bordo del sottomarino disperso sulle tracce del Titanic. Lo riferisce la Bbc. Nel 2022, Harding prese parte al quinto volo commerciale di Blue Origin, la società spaziale di Jeff Bezos. La Bbc in effetti non è in grado di confermare la presenza certa sul batiscafo di Harding, un ex pilota d’aereo passato poi al business e divenuto noto come turista spaziale della navetta di Bezos. L’emittente britannica, come altri media internazionali, si limita a citare un messaggio pubblicato ieri sul profilo Facebook dell’uomo d’affari - che vive e ha al momento i suoi principali interessi d’affari negli Emirati - nel quale Harding si diceva in partenza per raggiungere la cittadina portuale di St John, a Terranova, dove affermava di essere atteso per imbarcarsi per una spedizione sottomarina verso i resti del relitto del Titanic.
Sky News apprende che sul sommergibile ci sono anche Paul-Henry Nargeolet, avventuriero ed esperto pilota di sottomarini che per decenni ha studiato il relitto più famoso del mondo (visibile in straordinarie immagini 8K grazie a una recente spedizione), ma soprattutto l'amministratore delegato e fondatore della stessa OceanGate Expeditions, Stockton Rush. Sua è stata l'idea di dare la possibilità a chiunque avesse 250mila dollari a disposizione di ammirare ciò che resta del relitto della nave naufragata nel 1912 a circa 600 km al largo della costa di Terranova, in Canada, dopo essersi scontrata con un iceberg durante il suo viaggio inaugurale da Southampton a New York. Dei 2.200 a bordo, tra equipaggio e passeggeri, ne morirono più di 1.500. L'identità delle altre due persone a bordo del Titan è al momento sconosciuta. In totale ci sono tre turisti, il pilota e un assistente.
Corsa contro il tempo
E’ corsa contro il tempo per salvare le 5 persone a bordo del batiscafo privato disperso usato come mezzo per portare turisti facoltosi a osservare il relitto del Titanic nelle profondità dell’Atlantico. I passeggeri del piccolo sommergibile Titan hanno infatti «fra 70 e 96 ore di ossigeno disponibile a questo punto» secondo calcoli citati dall’ammiraglio John Mauger ai media. Stando a fonti vicine alle autorità Usa, a complicare i soccorsi è inoltre il raggio vasto delle ricerche e il fatto che l’area coinvolta è remota rispetto alla costa. I contatti con il Titan, si è appreso, si sono persi dopo un’ora e 45 dalla sua immersione.
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