
Ci sono anche un poliziotto, un carabiniere e un dipendente della Prefettura di Ravenna nella rete dell’imprenditore ed ex parlamentare leghista Gianluca Pini, che ha portato all’arresto di Minenna. Secondo quanto ricostruito dalla procura di Forlì, sono coinvolti in posizioni minori, ma i casi riportati sono emblematici del modus operandi. Il poliziotto della Digos di Forlì era infatti stato aiutato da Pini a essere trasferito in un altro ufficio e in cambio faceva, su richiesta, accessi abusivi al sistema informativo sul conto di persone sulle quali l’ex parlamentare voleva avere informazioni.
Stesso copione per un luogotenente dei carabinieri, trasferito grazie all’aiuto di Pini, che svolgeva accessi al sistema su richiesta. Nel caso del funzionario della prefettura, secondo quanto ricostruito dai pm forlivesi, Pini avrebbe procurato un posto di lavoro alla figlia dell’impiegato che per sdebitarsi aveva aiutato un amico di Pini nel rilascio del porto d’armi.
3 Commenti
Felice
22/06/2023 22:32
COME SEMPRE AVVIENE TUTTO FINISCE IN UNA BOLLA DI SAPONE .QUESTE NOTIZIE NON ANDREBBERO DATE TANTO FANNO SOLAMENTE STARE MALE GLI ONESTI .DATELE SOLAMENTE QUANDO SARANNO VERAMENTE CONDANNATI DA ANDARE IN GALERA CON PENE SUPERIORI AD ANNI 5 E SENZA CHE POSSANO FARE PIÙ RICORSI ( I SOGNI A VOLTE SI AVVERANO )
didi
23/06/2023 11:14
parole sante sig. FELICE
angelo
23/06/2023 11:45
Siamo assuefatti alla cronaca. Dispiace registrare che "girano" sempre gli stessi avvoltoi protetti da politici che sbandierano l'onestà per gettare fumo negli occhi delle persone. Devono capire che i tempi prima o poi cambieranno e che la trappola della giustizia è sempre in agguato ogni qualvolta vi sono magistrati onesti e irreprensibili. Mai abbandonare la speranza della punizione. "La moglie del ladro non sempre sorride"