
Il Consiglio di Stato, rompe il muro dell'intangibilità delle decisioni della Commissioni di concorso e, «con una sentenza storica», accoglie il ricorso degli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti a difesa di un giovane candidato siciliano. Ritenuta illogica la bocciatura comminata a una candidata, imposta la ricorrezione.
La settima Sezione del Consiglio di Stato, ribaltando la sentenza del Tar. Lazio, la tesi del Csm e del Ministero della Giustizia, ha ritenuto che la valutazione negativa nei confronti del compito dell'aspirante magistrato, «ad una rilevazione oggettiva ed estrinseca, non solo è troppo severo, ma soprattutto ingiustificato». In particolare, anche attraverso il confronto con gli altri compiti che i difensori del candidato hanno ottenuto, i magistrati di Palazzo Spada si sono convinti della circostanza che "le asserite mancanze dell'elaborato non erano neanche richieste dalla traccia".
«Si tratta di una sentenza – commenta l’avvocato Santi Delia – che apre una nuova traccia da seguire nella valutazione degli elaborati nei pubblici concorsi».
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