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La Russa junior vuole farsi interrogare, ma i pm frenano

«La cosa che vi posso dire è che sono tranquillissimo, in questo caso sono tranquillissimo». Poche parole rivolte ai cronisti dall’avvocato Adriano Bazzoni, dopo aver incontrato nel pomeriggio i pm titolari dell’inchiesta, che lasciano intendere come la difesa di Leonardo Apache La Russa, indagato per violenza sessuale dopo la denuncia di una sua ex compagna di liceo, è convinta di riuscire a provare l’innocenza del figlio 21enne del presidente del Senato Ignazio. Tanto che, da quanto si è saputo, lo stesso difensore, che nell’ufficio del procuratore di Milano Marcello Viola è rimasto a colloquio per quasi un’ora anche con l’aggiunto Letizia Mannella e col pm Rosaria Stagnaro, ha messo sul piatto pure la possibilità di far interrogare il suo giovane assistito.

Non è questa, però, per gli inquirenti la fase per sentire a verbale un indagato, perché l’inchiesta, anche se rimbalzata sui media molto presto, pochi giorni dopo il deposito della querela da parte del legale della 22enne, è appena all’inizio. Tra accusa e difesa, comunque, stando a quanto riferito, si è fatto oggi il punto della situazione delle indagini ed è stata organizzata, in particolare, la tempistica per l’effettuazione della copia forense del telefono, senza Sim, sequestrato venerdì scorso a La Russa junior.

Ci vorranno, a quanto pare, altri due, tre giorni per completare l’invio degli avvisi necessari per l'accertamento irripetibile, che dovranno arrivare oltre che a Leonardo e alla sua difesa, alla ragazza e al suo legale Stefano Benvenuto, anche a Tommaso Gilardoni, dj e amico del 21enne, anche lui da ieri indagato per violenza sessuale. Lavora a Londra, pare sia ancora all’estero e si sta cercando di rintracciarlo. Ma intanto è il padre Massimo a parlare e certo le sue parole solleveranno polemiche. «Al giorno d’oggi prima magari le ragazze fanno sesso e poi si accorgono con chi l'hanno fatto. Ed è un attimo che vanno a denunciare le persone, però non lo so» ha detto a La Verità aggiungendo che suo figlio è «un ragazzo molto in gamba, con la testa sulle spalle e non fa uso di stupefacenti». «Mi risulta strana questa storia», ha concluso.

La giovane, anche davanti ai pm nell’audizione dei giorni scorsi, ha detto di avere pochi «ricordi» perché «drogata», della notte passata nella discoteca Apophis, dove aveva rivisto La Russa junior dopo molto tempo. L’unico «dato certo», aveva già scritto nella denuncia, «è che Leonardo mi ha dato un drink, mi ha portato a casa sua, senza che io fossi nelle condizioni tali da poter scegliere» e poi, quando lei si è svegliata, lui "ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali, lui e l’amico, sempre a mia insaputa». Anche nel verbale si fa riferimento di nuovo a quel «blackout totale», da capire se indotto con sostanze fatte assumere o se dovuto alla cocaina e alle benzodiazepine che lei ha raccontato di aver preso. Proprio per colmare quei vuoti nella ricostruzione gli inquirenti puntano a rintracciare elementi utili, come foto, video, messaggi e telefonate sui social, nel cellulare del 21enne, ma anche in quello della ragazza. Mentre il dispositivo del dj non è stato ancora sequestrato.

Importanti sono anche alcune testimonianze di amici e partecipanti alla serata nel club esclusivo raccolte in questi giorni, con le audizioni che stanno andando avanti a partire da un elenco di un centinaio di ragazzi individuati. Conclusa tutta la fase degli accertamenti, per la quale serviranno ancora settimane, anche dopo la pausa estiva, la Procura dovrà valutare i dati raccolti per eventualmente decidere, poi, se risentire la ragazza con la formula dell’incidente probatorio in vista della chiusura indagini e di una richiesta di processo. Un quadro tutto ancora da definire.

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