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Paolo Borsellino: 31 anni fa la strage di via D'Amelio. Mattarella: "Combattere le zone grigie dello Stato"

Trentuno anni la strage mafiosa di via D’Amelio in cui furono trucidati dalla mafia Paolo Borsellino e la sua scorta Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina. Protagonisti oggi i bambini e il doppio corteo che si confronta a distanza, espressione di due mondi diversi: alle 14.30 quello "movimentista" organizzato dal Coordinamento 19 luglio, con la presenza dell’associazionismo, della Cgil e delle Agende rosse di Salvatore Borsellino.

Alle 20 la tradizionale fiaccolata organizzata dalla destra. E intanto a Caltanissetta oggi è attesa la sentenza d’appello nei confronti di Matteo Messina Denaro, catturato a Palermo il 16 gennaio scorso, indicato come mandante delle stragi del '92.

La premier Giorgia Meloni stamane alle 8.45 ha deposto una corona d’alloro alla lapide in ricordo dei caduti all’interno dell’Ufficio Scorte della caserma «Lungaro», alla presenza anche del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del capo della polizia Vittorio Pisani. Poi al cimitero di Santa Maria di Gesù e nella chiesa di San Domenico, dove sono sepolti, rispettivamente, i giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Alle 10 la presidente del Consiglio presiede il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza in prefettura, incontrando, tra gli altri, la prefetta Maria Teresa Cucinotta e il procuratore Maurizio De Lucia, nel segno del contrasto alla mafia.

Mattarella: "Combattere le zone grigie dello Stato"

«Nell’anniversario della strage di via D’Amelio la Repubblica si inchina alla memoria di Paolo Borsellino, magistrato di straordinario valore e coraggio, e degli agenti della sua scorta - Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina - che con lui morirono nel servizio alle istituzioni democratiche». Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in una dichiarazione aggiungendo che «quel barbaro eccidio, compiuto con disumana ferocia, colpì l’intero popolo italiano e resta incancellabile nella coscienza civile».

Meloni: "La lotta alla Mafia è parte di noi"

L’impegno antimafia non si esaurirà mai, perché «la lotta alla mafia è parte di noi, è un pezzo fondante della nostra identità, è la questione morale che orienta la nostra azione quotidiana». Così la premier Giorgia Meloni in una lettera al Corriere della Sera nel giorno dell’anniversario della strage di via D’Amelio, a Palermo, dove il 19 luglio 1992 furono assassinati il magistrato Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. «Come ogni anno, sarò anche questa volta a Palermo per rendere omaggio alla loro memoria e rinnovare il mio impegno personale, e quello di tutto il Governo, contro le mafie - spiega la premier -. Presiederò il Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza per fare il punto sul lavoro svolto sull'attività di contrasto alle criminalità organizzata che le istituzioni, ad ogni livello, stanno portando avanti». In questi giorni, riflette Meloni, «è stato detto un pò di tutto sulla mia presenza a Palermo. C'è chi ha addirittura scritto che avrei disertato le commemorazioni perché "in crisi con il mito Borsellino". È, ovviamente, falso. Così come è stucchevole il tentativo di alcuni di strumentalizzare la mia impossibilità, data da altri impegni concomitanti, di partecipare anche alla tradizionale fiaccolata di Palermo». La premier, che ricorda come da ragazza il suo «profondo e viscerale rifiuto della mafia», di fronte alle immagini della strage di Via D’Amelio, l’abbia motivata a dedicarsi all’impegno politico, si dice «profondamente orgogliosa del fatto che il governo che oggi presiedo abbia avuto, dal suo primo giorno, la determinazione e il coraggio necessario ad affrontare il cancro mafioso a testa alta». Sono «i fatti a dimostrarlo». Tra le azioni dell’esecutivo, «aver messo in sicurezza presidi fondamentali come la restrizione dei benefici penitenziari, e se oggi boss mafiosi del calibro di Matteo Messina Denaro sono detenuti in regime di 41 bis lo si deve esattamente a questo impegno» e «stiamo lavorando ad un provvedimento che dia un’interpretazione autentica di cosa si debba intendere per 'reati di criminalità organizzatà e che scongiuri - sottolinea - il rischio che gravi reati rimangano impuniti per effetto di una recente sentenza della Corte di Cassazione».

Il programma

La leader del Partito democratico, Elly Schlein sarà invece in via D’Amelio dove arriverà intorno alle 16:30 per partecipare alle 16.58, nell’ora della strage, al minuto di silenzio. Dalle 8 alle 14 in via D’Amelio - dove la mamma di Paolo Borsellino ha fatto piantare un ulivo nel punto del cratere prodotto dal tritolo mafioso - per iniziativa del Centro Studi Paolo e Rita Borsellino bambini protagonisti con «Coloriamo Via D’Amelio: il 19 luglio per i cittadini di domani. Dedicato a Rita, Paolo, Agostino, Claudio, Emanuela, Vincenzo e Walter».

Evento organizzato dall’Agenzia italiana per la gioventù, con il ministro Andrea Abodi: appuntamento al Real Teatro Santa Cecilia dalle 10 alle 18. Alle 14.30 corteo: punto di ritrovo e partenza all’Albero Falcone, arrivo in via D’Amelio, all’Albero della Pace, alle 16,30. Alle 15 «Io so chi è Stato» del Movimento Agende Rosse: testimonianza e ricordo dei familiari di vittime della mafia. Alle 16.58 in via D’Amelio minuto di silenzio e lettura della poesia «Giudice Paolo». Alle 17.15 interventi delle associazioni familiari vittime. Alle 20 Fiaccolata Forum 19 luglio con partenza da piazza Vittorio Veneto e arrivo in via d’Amelio alle 21.30.

«Nell’anniversario della strage di via D’Amelio la Repubblica si inchina alla memoria di Paolo Borsellino, magistrato di straordinario valore e coraggio, e degli agenti della sua scorta - Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina - che con lui morirono nel servizio alle istituzioni democratiche». Lo scrive il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in una dichiarazione aggiungendo che «quel barbaro eccidio, compiuto con disumana ferocia, colpì l’intero popolo italiano e resta incancellabile nella coscienza civile».

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