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Tempesta tra Veneto e Trentino: danni sulle Dolomiti, alberi sull'ovovia di Carezza

Dopo la tempesta di martedì sulle Dolomiti si contano i danni ingenti tra il Veneto e il Trentino Alto Adige a case, strade e altre infrastrutture, ma fortunatamente non ci sono stati feriti. I temporali erano stati infatti annunciati e la Protezione civile altoatesina, come quella veneta avevano emesso un’allerta, evitando così conseguenze più pesanti. A Carezza alcuni alberi si sono schiantati sulla cabinovia Laurin 1 che collega Nova Levante con il massiccio del Catinaccio, che però era stata appena fermata. Tornerà in servizio domani, dopo gli ultimi controlli come precisa Florian Eisath, direttore degli impianti di risalita Carezza Dolomites.

«Nessuna cabina è precipitata. A causa del peso di 4-5 alberi che si sono appoggiati sulla fune la cabina si era semplicemente abbassata. Non sono stati registrati danni strutturali, una volta rimossi i tronchi». Anche nella vicina Pampeago, verso passo Feudo, l’ovovia è rimasta bloccata per la caduta di alcune piante sulle funi. Nella Zillertal nel Tirolo austriaco, invece, 400 escursionisti sono rimasti bloccati su una funivia e portati a valle con una procedura di emergenza. Oltre 4.500 fulmini, punte di vento di 104 km/h, 300 interventi dei vigili del fuoco e 500mila euro di danni solo alle reti paramassi. Sono questi alcuni numeri della tempesta in Alto Adige.

«Non si sono registrati danni alle persone. Questo è certamente dovuto, in parte, alle previsioni meteo affidabili ed alla vigilanza dei cittadini, in parte alla fortuna, ma anche al fatto che l’Agenzia per la Protezione Civile svolge un intenso lavoro sotto il profilo preventivo ed operativo», afferma l'assessore provinciale alla Protezione Civile, Arnold Schuler. «A causa dei cambiamenti climatici, le ondate di calore sono sempre più frequenti anche in Alto Adige. Finora nel mese di luglio si sono già verificate due fasi di calore più brevi, con temperature fino a quasi 37 gradi, mentre una molto più pronunciata si è verificata nel luglio dello scorso anno. I climatologi concordano sul fatto che queste ondate di calore diventeranno più frequenti e più forti in futuro», riferisce il meteorologo Dieter Peterlin.

Tragedia sfiorata anche in diverse zone del Trentino, dove il vento ha raggiunto i 90 chilometri orari e si sono registrati danni consistenti a edifici e infrastrutture. A Caldonazzo, in Valsugana, i vigili del fuoco sono dovuti intervenire per soccorrere i bagnanti a causa dello scoperchiamento della copertura del Lido. Due edifici sono stati scoperchiati anche in Val di Fassa e uno in Primiero, a Tonadico, mentre a Pergine Valsugana i pompieri sono stati allertati per un principio di incendio che ha interessato il campanile della chiesa. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha firmato la dichiarazione di Stato di Emergenza Regionale. Sono state colpite da forti venti e grandine le aree del Comelico, Cadore ed alto Agordino, con raffiche di vento a 129 chilometri all’ora a Cortina d’Ampezzo e superiori a 140 all’ora in quota.

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