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"Stop al lavoro col caldo": sindacati in pressing

Landini ritiene necessario anche un provvedimento che stabilisca il livello della temperatura oltre il quale non si deve continuamente a lavorare "in modo che non sia un arbitrio

20080520 - INDUSTRIA: ISTAT, ORDINATIVI MARZO -3,7%, PEGGIORE DA 2004 .Un'operaio metalmeccanico al lavoro in un'immagine d'archivio. - Gli ordini dell'industria italiana a marzo sono diminuiti del 3,7% rispetto a marzo 2007, per effetto di un calo del 3,4% sul mercato interno e del 4,3% sul mercato estero. Lo comunica l'Istat, precisando che si tratta del peggior dato dal gennaio 2004, quando gli ordinativi erano calati del 6,1%. Il gennaio 2004, precisa l'Istat, e' stato l'ultimo mese in cui i sei dati relativi al fatturato totale, estero e nazionale, e ordinativi totali, estero e nazionale, erano risultati tutti negativi.giORGIO BENVENUTI-ARCHIVIO / ANSA / JI

L’emergenza caldo accende il pressing dei sindacati sul governo per varare il prima possibile interventi ad hoc per le situazioni di lavoro più a rischio. La parola d’ordine è fare presto. Agire subito con misure incisive e soprattutto pensate con un meccanismo che ne consenta l'applicazione tempestiva perché «i morti sul lavoro aumentano», mentre il confronto al ministero del Lavoro con le parti sociali è appena iniziato e ancora si discute se procedere con la definizione di un 'protocollò o con un decreto legge allargando il ricorso alla cassa integrazione e allo smart working.

Un nuovo incontro con la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone è fissato per martedì. Al ministero il dossier è allo studio ma ancora non c'è nulla di concreto, mentre si valuta anche l’eventuale nodo delle risorse. I sindacati lanciano un nuovo affondo per stringere i tempi e fissare criteri e requisiti chiari che assicurino garanzie e tutele a tutte le categorie di lavoratori.

«Bisogna fare un provvedimento subito per dare la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione in tutti i settori - avverte il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini - come strumento laddove non ci sono le condizioni per lavorare perché il caldo mette a rischio la vita delle persone». Non c'è tempo da perdere: "l'abbiamo detto al governo - rincara il leader della Cgil - c'è bisogno di intervenire subito con un provvedimento già da lunedì che dica che queste cose sono fattibili.

Non è questo il momento di continuare a discutere per decidere cosa fare perché il caldo c'è adesso e va trattato». E per sgombrare il campo da ambiguità e procedure farraginose, Landini ritiene necessario anche un provvedimento che stabilisca il livello della temperatura oltre il quale non si deve continuamente a lavorare "in modo che non sia un arbitrio». Al momento, per Inps e Inail la soglia di calore che fa scattare la cassa integrazione è 35 gradi ma l’Inps ha già chiarito che per l’eccezionale ondata di caldo è possibile attivare la cig anche sotto quel livello se si lavora sotto il sole. Sulla questione, all’interno del fronte sindacale, c'è chi va oltre e pensa che bisogna fissare un «automatismo» che consenta di fermare l’attività una volta superate soglie critiche di calore.

A chiederlo è il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri: «noi vogliamo l’automatismo. La cassa integrazione c'è già. Deve però chiederla il datore di lavoro. Ho dei dubbi che questo possa avvenire per un rider o per chi lavora nei campi. Con l’automatismo, sarebbe obbligato». E siccome «bisogna trovare subito le soluzioni. Adesso, non a settembre, quando il problema sarà superato», avverte Bombardieri, «la prima risposta per me è interrompere il lavoro quando si supera la soglia dei 33 gradi». Altra priorità è considerare quali siano le categorie più a rischio: «penso agli agricoli, ai riders, ai camionisti e gli autisti, oltre a chi lavora nei cantieri edili - puntualizza - penso a chi è esposto al sole.

Se si superano i 33 gradi l’attività si ferma». E se le associazioni datoriali, con il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, aprono al ricorso più ampio alla cig e allo smart working, per Bombardieri la cassa integrazione «può aiutare, ma a monte ci deve essere sempre lo stop al lavoro». E «sullo smart working ho dei dubbi - aggiunge - chi raccoglie i pomodori, fa il rider o rattoppa le strade, non può farlo da casa. Non mi pare una misura concreta in questo caso».

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