«Come difensore dei diritti umani devo essere indipendente, devo essere trasparente, non devo prendere le parti di nessun partito. Non avrei potuto accettare i soldi delle tasse dei cittadini italiani, non voglio pesare». Lo ha spiegato Patrick Zaki, rispondendo a una domanda a "In Onda" su La7, sul rifiuto del volo di Stato per il viaggio dall’Egitto all’Italia.
«Sono grato all’Italia per quello che avete fatto per me dal primo giorno, questo ha cambiato le sorti del mio caso. Sono qui grazie a voi», ha detto ancora l’attivista, che ha ricevuto la grazia dopo la condanna a tre anni, nel suo Paese. Il laureato all’università di Bologna ha ricordato anche il periodo di prigionia: «La lettura è stata l’unica maniera per uscire dalla cella. Posso parlarvi di tanti libri ma oggi vi dico che ho letto sicuramente 'Cecità' che è un libro molto importante per me, Quando ero in prigione vedevo solo un colore, tutto bianco. Ho apprezzato il valore dei colori, a volte capiamo il valore delle cose solo quando le perdiamo».
Egitto a 13 anni dalla rivolta, incontro a Bologna con Zaki
A 13 anni dalla rivolta egiziana del 2011 o rivoluzione del Nilo, si terrà a Bologna lunedì 31 luglio alle 19 un incontro pubblico nella sede del collettivo politico Làbas, coordinato dall’associazione Ya Basta, al quale interverranno Patrick Zaki e l’attivista egiziano Nour Khalil. «Molte cose sono cambiate in Egitto - sottolinea un comunicato di Làbas - e le rivoluzioni del Nord Africa e dell’Asia Sud-occidentale del 2011 hanno dimostrato al mondo che anche in un regime autoritario è possibile rivendicare una società più equa e libera». Tuttavia, scrive Làbas, in Egitto la giustizia sociale e l’economia del Paese sono in profonda crisi, producendo effetti devastanti sulla popolazione. Làbas invita a discutere con Patrick Zaki e Nour Khali per esplorare ciò che resta dei sogni e delle aspirazioni della Rivoluzione, come mappare le evoluzioni dell’Egitto contemporaneo.
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