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Mara Fait uccisa con l'accetta dal vicino: aveva chiesto il codice rosso ma le era stato negato

«La situazione era stata denunciata, ma nulla è stato fatto». E’ l’accusa lanciata da Flavio Dalbosco e Rosa M. Rizzi, gli avvocati di Mara Fait, uccisa ieri sera a Rovereto dal vicino di casa Shehi Zyba Ilir. Il 48enne, dopo il delitto, si è costituito ai carabinieri e ha confessato di aver ucciso a colpi d’accetta alla testa l'infermiera in pensione di 63 anni. Lo scorso marzo il codice rosso è stato negato alla vittima, riferiscono i suoi legali.

«Nessuna indagine - proseguono -, nessuna audizione dei testi indicati e della denunziante, nessuna applicazione delle misure cautelari di protezione della vittima denunziante: eppure la denuncia era corredata da 19 documenti tra cui certificati del Pronto soccorso e da 11 testimoni dei fatti. Eppure il Shehi Ziba Ilir era già stato condannato per fatti similari». Mara Fait ed i suoi familiari «erano terrorizzati dalla situazione, increduli che - pure avendo denunciato i fatti di reato - nessuno li aiutava né li proteggeva. I colloqui con il pubblico ministero sono stati vani e neppure la richiesta reiterata di protezione ha avuto effetto. Fait Mara è stata lasciata sola e terrorizzata con la vecchia madre affidata alla sua assistenza», così i legali. Il delitto si è consumato venerdì sera a Noriglio, una piccola frazione di Rovereto, all’ingresso della Vallarsa.

Poche strade in una valle stretta. Qui tutti si conoscono. L’operaio di origine albanese da tempo abitava nella palazzina. I conflitti con Fait andavano avanti da alcuni anni. La donna stava rientrando a casa con l’anziana madre sottobraccio. Sarà lei l’unica testimone oculare dell’omicidio. L’uomo aveva appena finito un lavoro nell’orto e stava tornando al condominio con l'accetta in mano.

Il figlio 30enne della vittima si è affacciato dalla finestra solo in un secondo momento, quando ha sentito le urla. Ha visto il corpo di sua madre disteso per terra e si è precipitato in strada. Nessuno dei vicini ha assistito alla scena. Shehi Zyba Ilir occupava uno dei cinque appartamenti della palazzina di via Fontani davanti alla quale è avvenuto l'omicidio. Gli altri quattro appartamenti sono di proprietà della vittima. Dalle prime indagini degli investigatori è emerso che i rapporti tra l’uomo e Mara Fait da tempo erano difficili e conflittuali, con frequenti litigi e dissidi che sono sfociati nel tempo anche in reciproche azioni legali. Lo scorso marzo la donna aveva denunciato l’uomo per aggressione. L’uomo ha raccontato agli inquirenti di essere esasperato e di non ricordare bene cosa sia successo, solo di non «aver capito più nulla».

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