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La carezza del Papa da Lisbona: “I trans sono figli di Dio. Perché c'è chi si meraviglia?”

Pope Francis speaks as he visits the Scholas Occurrentes educational foundation after a meeting with young members in Cascais, during his five-day visit to attend the World Youth Day (WYD) gathering of young Catholics, on August 3, 2023. - Portugal is expecting about a million pilgrims from around the world, according to organisers, to attend the World Youth Day gathering of young Catholics from August 1 to 6. Originally scheduled for August 2022, the event was postponed because of the Covid-19 pandemic. ANSA/Marco BERTORELLO / POOL / AFP

Anche «i transessuali sono figli di Dio!». Papa Francesco lo rimarca a gran voce in una intervista esclusiva alla rivista cattolica spagnola Vida Nueva. Un’intervista rilasciata alla vigilia della sua partenza per il Portogallo, nella quale racconta: «La prima volta che un gruppo di transessuali è venuto in Vaticano e mi hanno visto, se ne andarono piangendo, dicendo che avevo dato loro la mano, un bacio... Come se avesse fatto qualcosa eccezionale con loro. Ma sono figli di Dio!».
Durante la Gmg di Lisbona, Francesco ha ribadito più volte che la Chiesa deve essere aperta a «tutti, tutti, tutti» che «Dio ci ama per come siamo».

E nella Via Crucis di stasera, sono 800 mila i ragazzi della Gmg che lo abbracciano e che gli confidano le loro paure, le loro ansie, le loro dipendenze. E anche le loro fragilità e cadute. Come Esther, 34 anni, spagnola. Nella sua testimonianza racconta del suo pentimento per un aborto, deciso per paura e nella convinzione che «il bambino non era ancora una persona». Di aborto si è parlato anche al pranzo che Francesco ha condiviso in Nunziatura con 10 ragazzi di varie nazionalità.
«Gesù è con noi, nei nostri momenti bui», «per asciugare le nostre lacrime», «colmare le nostre solitudini», dice a braccio invitando ad aprire le «finestre dell’anima». «Gesù cammina con noi, cammina verso la croce, muore sulla croce affinché la nostra anima torni a sorridere».

L’apertura al mondo Lgbt non è nuova per Francesco. A cominciare dal suo primo viaggio internazionale, a Rio in occasione di un’altra Gmg, nel 2013. Sul volo di ritorno ammise: «Chi sono io per giudicare?» parlando dei gay. E anche recentemente, in un podcast dei media vaticani Francesco rispondendo a un giovane transessuale aveva puntualizzato: «Il Signore non ha schifo di nessuno di noi». Ancora una volta il Pontefice pone quindi l’accento sugli scartati, sui discriminati dalla società e soprattutto dalla Chiesa che non deve chiudere la porta ma accogliere.
«Tutti siamo fragili e bisognosi, ma lo sguardo di compassione del Vangelo ci porta a vedere le necessità di chi ha più bisogno. E a servire i poveri, i prediletti di Dio che si è fatto povero per noi: gli esclusi, gli emarginati, gli scartati, i piccoli, gli indifesi. Sono loro il tesoro della Chiesa, sono i preferiti di Dio!», ha ripetuto oggi.

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