Due boati in rapida successione, poi le fiamme alte e il fumo nero visibile a chilometri di distanza. E' finita in tragedia la vacanza in Gallura di una comitiva di italiani e romeni, arrivati sull'Isola con due camper. Sarebbe stata una fuga di gas dalla bombola installata all’interno di uno dei due caravan parcheggiati a ridosso della spiaggia di Bados, tra Golfo Aranci e Olbia, a provocare le forti esplosioni che non hanno lasciato scampo al figlio di una delle coppie di turisti. Il bambino, Samuel Imbhuzan, 10 anni di Rimini, madre italiana e padre di orgine romena, tutti residenti nella città della riveria romagnola, stava dormendo quando è avvenuto lo scoppio che lo ha investito in pieno. Il suo corpo carbonizzato è stato trovato dai soccorritori tra i rottami del camper completamente distrutto dal fuoco. Il papà, Daniel Romulus Imbhuzan, 52 anni, ha tentato invaso di strappare il piccolo dalle fiamme: quando si è arreso, aveva bruciature sul 40% del corpo. Dopo il trasferimento con l’elisoccorso del 118, l’uomo si trova ora ricoverato nel centro ustioni dell’ospedale di Sassari, dove è stata portata anche la moglie, illesa ma sotto choc. Tutto è successo intorno alle 14.15. «Io e la mia ragazza eravamo in spiaggia e abbiamo sentito un boato e poi subito un altro, seguito dopo pochi minuti da altre piccole esplosioni e dalle fiamme che erano vicinissime a noi e alla nostra auto - racconta un turista con la voce che trema e lo sguardo dritto verso la vegetazione ridotta in cenere - Ho subito pensato di correre a spostare la macchina. Non credevo ci fosse qualcuno dentro ai camper, solo dopo ho sentito le urla di una donna». I tanti bagnanti che si trovavano sulla spiaggia di Bados, molto frequentata sia dai turisti che dalle persone del posto, hanno tutti raccontato di aver udito le esplosioni, visto le fiamme divampare, la spessa coltre di fumo nero alzarsi e sentito le urla che hanno rotto la quiete di un pomeriggio di mare. A prendere fuoco è stato un primo camper e solo pochi minuti dopo le fiamme si sono propagate anche al secondo parcheggiato a fianco. La comitiva aveva scelto la spiaggia di Bados per una sosta di qualche giorno, decidendo di lasciare i loro mezzi sullo sterrato che porta al litorale, circondato dalla macchia mediterranea: mezzo ettaro è stato divorato dall’incendio. Il rogo ha impegnato per oltre due ore diverse squadre dei vigili del fuoco di Olbia, volontari della protezione civile di Golfo Aranci e un elicottero della flotta regionale. Sulla tragedia indagano i carabinieri della stazione di Olbia e gli uomini della capitaneria di porto.