«Ti uccidiamo», «Farai la stessa fine dell"orsa», «Anche la tua famiglia è in pericolo». Queste e tante altre le minacce arrivate al telefono di Andrea Leombruni, il 56enne di San Benedetto dei Marsi indagato per aver ucciso a fucilate l’orsa Amarena. L’uomo accompagnato dal suo avvocato, Berardino Terra del Foro di Avezzano ha denunciato presso la stazione carabinieri le minacce di morte ricevute nelle ore successive all’episodio. Il suo difensore, fortemente preoccupato, sottolinea che Leombruni è distrutto per quanto accaduto, «non voleva uccidere il colpo è partito istintivamente. Ora teme per la sua vita e per la sua famiglia. In queste ore sono arrivate telefonate minatorie». Fuori l’abitazione dell’indagato (luogo in cui si è verificata la morte del plantigrado) fin dalle prime ore è presente un’aliquota dei carabinieri proprio per evitare gesti pericolosi di chi anche sui social grida vendetta.
Nominati i periti, continua la ricerca dei cuccioli
La procura di Avezzano ha intanto incaricato due periti: si tratta dell’anatomopatologo veterinario Rosario Fico e il perito balistico Paride Minervini, ufficiale in quiescenza dell’esercito italiano. I due esperti indagheranno sulla dinamica dell’uccisione orsa. Hanno già seguito un'indagine per la procura di Sulmona per un fatto analogo diversi anni fa. Anche questa notte sono falliti i tentativi di cattura dei due cuccioli. Sono passate 48 ore dall’ultima volta in cui i due cuccioli erano con mamma orsa. «Scappano - commenta Luciano Sammarone direttore del Pnalm - non è una situazione facile». In molti si domandano «si poteva fare qualcosa prima per la cattura di questi cuccioli? - commenta un cittadino di San Benedetto dei Marsi - Quando erano rimasti fermi per ore lì vicino la mamma su un albero perché non li hanno presi?».
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