
A Marrakech, le strade dello storico quartiere ebraico nella Medina sono ricoperte di detriti e vecchi edifici sono crollati. La città si è svegliata sotto shock dopo il terremoto che ha colpito il Marocco nella notte tra venerdì e sabato, uccidendo almeno 820 persone. «È come se fossimo stati colpiti da una bomba», ha descritto con sgomento all’Afp una residente di Mellah, Hafida Sahraouia. «Stavamo preparando la cena quando abbiamo sentito qualcosa come un’esplosione. Preso dal panico, sono uscito velocemente con i miei figli. La nostra casa purtroppo è crollata», racconta la donna di 50 anni che si è rifugiata con la sua famiglia in una grande piazza all’ingresso nel suo quartiere. «Non sappiamo a chi rivolgerci. Abbiamo perso tutto», confida. Anche Mbarka El Ghabar, una vicina, ha visto la sua casa "distrutta" dalle scosse. «Dormivamo quando c'è stato il terremoto, parte del tetto è crollata, ci siamo ritrovati bloccati dentro ma siamo riusciti a scappare, io e mio marito», testimonia, aggiungendo di aver «passato una notte da incubo».
Turisti italiani: 'Dopo il sisma bloccati su monti, una frana sbarra la strada'
"Siamo preoccupatissimi, siamo bloccati fuori dall'hotel sul passo Tizi n'test e la strada è sbarrata da una frana da entrambe le parti. Ora ci stiamo incamminando verso Agadir, sono trenta chilometri per fortuna in discesa ma dobbiamo a sbrigarci perché inizia a fare caldo". A riferirlo è una turista italiana in vacanza in Marocco col marito e il figlio 15enne sorpresi dal sisma della notte scorsa mentre erano in hotel sulle montagne dell'Atlante. "La scorsa notte, verso le 23.30 credo, c'è stata una scossa fortissima" racconta ancora la donna, che assieme alla sua famiglia alloggiava in un hotel-ristorante sul passo montano. Sono subito usciti dall'edificio. "L'hotel è rimasto molto danneggiato, per cui abbiamo passato la notte in auto". La famiglia è in Marocco dal 31 agosto, "stavamo facendo un giro, l'auto è affittata". Ma ora la macchina è inutile, spiega, perché "la frana ha bloccato entrambe le vie del passo. Non ci sono feriti - dice ancora - con noi c'erano altri due turisti, non saprei dire la nazionalità, forse belgi". Uno dei due, però, ha difficoltà a camminare e non può seguire la famiglia italiana nella lunga camminata verso Agadir.
Il turista pugliese: "Siamo scappati tra i calcinacci che cadevano"
«Il nostro albergo è andato per la gran parte in frantumi, abbiamo dormito in strada con una paura immensa». E’ il racconto di Nicolò, 30enne di Bitonto (Bari) a Marrakech durante il devastante terremoto. «Mi trovo qui per un viaggio e ieri sera, alle 23.30 circa, la terra - aggiunge - ha cominciato a tremare, e mi sono trovato seduto con amici in un ristorante, accanto ad uno di quei pochi palazzi crollati nella parte Sud Est di Medina: abbiamo corso come disperati e siamo usciti tra polvere e calcinacci. La gente piangeva e si riversava per strada tra la nube di polvere che si è alzata. Proprio tra quelle vie e sulle piazze i cittadini si sono radunati e riposato - per quanto possibile - questa notte». Stamattina «per strada ci sono tanti calcinacci, ma per fortuna non ci sono moltissimi palazzi crollati». E conclude: «Domani mattina ripartiremo, con un volo acquistato proprio oggi, poichè funzionando le linee telefoniche l’Unità di crisi della Farnesina ci ha comunicato di organizzarci autonomamente per il rientro».
Padre francescano: "Scossa fortissima, paura per quelle successive"
«La scossa c'è stata alle 23.12, è durata trenta secondi ed è stata fortissima. Ci sono danni alla storica Eglise Saints Martyrs di Marrakech, è la sola chiesa cattolica presente a Marrakech». Lo racconta all’agenzia dei vescovi Sir padre Jean De Dieu Bazibuhe, della comunità dei francescani minori di Marrakech. «Era tardi per cui le persone erano nelle case. Non c'era nessuno per le strade e questo probabilmente è una delle cause che ha aggravato il bilancio delle vittime che al momento, così stanno dicendo le autorità, è di 632 persone e di 329 feriti». In queste ore, padre Jean sta raccogliendo le informazioni sui fedeli cattolici della parrocchia, «soprattutto tra quelli più fragili». «La maggior parte dei danni e delle vittime sono nella città antica, la Medina», racconta. Il francescano, che attualmente si trova solo in comunità racconta che dopo la prima scossa, le persone sono uscite dalle case per proteggersi e hanno dormito tutta la notte fuori, per le strade. «Abbiamo visto passare ambulanze e macchine della polizia per prestare i primi soccorsi. Si era anche diffusa la notizia che ci sarebbe stata una seconda scossa forte nelle prime ore della mattina e le persone hanno quindi deciso di non rischiare. Solo con il passare delle ore, le persone stanno rientrando adesso in casa», aggiunge. «Il timore è che arrivino altre scosse e possano aggiungersi altri danni», aggiunge.
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