Sabato 31 Maggio 2025

Procura Napoli, mercoledì si scioglie la riserva: in pole position Nicola Gratteri

Nicola Gratteri

Il Csm si accinge a nominare il nuovo procuratore capo di Napoli, incarico vacante dal maggio 2022 quando Giovanni Melillo passò alla guida della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo. La pratica, con le tre proposte formulate lo scorso luglio dalla Commissione direttivi, è inserita nell’ordine del giorno del plenum di mercoledì 13 settembre. In pole Nicola Gratteri, attuale capo dei pm di Catanzaro: è stato lui, infatti, il candidato più votato in Commissione, con 4 preferenze (quelle di Maria Luisa Mazzola, togata di MI e presidente della Commissione, del togato indipendente Andrea Mirenda, e dei laici Daniela Bianchini (FdI) ed Ernesto Carbone (Iv-Azione). Un voto ciascuno è stato invece espresso in Commissione per gli altri due candidati all’incarico: si tratta del procuratore della Repubblica di Bologna Giuseppe Amato (votato dal togato di Unicost Roberto D’Auria) e del procuratore aggiunto di Napoli Rosa Volpe, per la cui nomina si è espresso a favore il togato di Area Antonello Cosentino. Il Guardasigilli Carlo Nordio ha espresso il suo 'concertò per tutti e tre i candidati: una 'rosà, dunque, tra cui il plenum del Csm è chiamato a scegliere il nuovo procuratore di Napoli. I numeri, allo stato, sono a favore di Gratteri, che a Catanzaro sta per raggiungere il tetto massimo di 8 anni di permanenza nell’incarico direttivo previsto dalla legge. In magistratura dal 1986, Gratteri ha «maturato» una «ampia e profonda» esperienza - si legge nella delibera che sarà sottoposta all’esame del plenum di mercoledì a favore della sua nomina - nel «contrasto ai fenomeni di criminalità organizzata, nella sua dimensione nazionale e transnazionale». E ancora: nella delibera si parla di «indiscusso valore» del magistrato, nonchè dell’"assoluto rilievo» dell’esperienza professionale da lui maturata, del «prestigio di cui lo stesso gode negli ambienti giudiziari e forensi» e dell’"impegno e la passione spesi in modo costante nel lavoro giudiziario».

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