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Caso Portanova, la lettera della vittima dopo la "gaffe" del radiocronista Rai: "Basta un gol per sminuire la mia battaglia"

Non si spengono le polemiche a distanza di qualche giorno dopo il radiocronista di Rai Radio 1, Nicola Zanarini, aveva commentato il gol di Manolo Portanova nel match Reggiana-Cremonese. Un gol che per la voce delle partite di Radio Rai "mette a tacere le polemiche". Il radiocronista emiliano si riferiva alla condanna per violenza sessuale ricevuta in primo grado dal calciatore insieme ad altri. E a questo proposito non si è fatta attendere la replica della ragazza vittima.

Quest'ultima ha scritto una lettera a La Nazione in risposta allo stesso Zanarini: «Mi chiedo se il radiocronista abbia una moglie o delle figlie. In tal caso mi domando: se fossero state al mio posto queste parole dovute alla gloria di fronte ad un gol gli sarebbero scappate ugualmente? E loro lo avrebbero ipoteticamente scusato nel sentirgliele pronunciare?».

E ancora, la ragazza rimarca: «Non si tratta di sentirsi offesa. Si tratta di realizzare ancora una volta quanto manchi il rispetto per le vittime di violenza sessuale e, in questo caso, il rispetto per tutte le donne. Si tratta di sentirsi amareggiata ed arrabbiata comprendendo che siamo ben lontani dal cambiamento. È altresì deprimente notare come il maschilismo patriarcale, di cui tutto ciò è intriso, affonda le radici in affermazioni come queste. Ed è in un momento così che mi chiedo se noi donne siamo ancora ben lontane dal far valere le nostre battaglie… ma noi siamo una ’famiglia’ unita, non fermiamoci mai di fronte a tutto questo». Per lei, semplicemente, «si tratta di soffrire di fronte a certe affermazioni comprendendo che probabilmente è vero, quello della violenza sulle donne è un fenomeno ancora preso molto, anzi moltissimo alla leggera, nel nostro Paese. Si tratta di fare un piccolo passo avanti e 5 indietro a causa di un risveglio domenicale in cui la prima cosa che vedo è una radiocronaca in cui vengo tirata in ballo pur se non c’entro nulla, in cui la mia battaglia viene sminuita di fronte ad un gol, in cui si parla di polemica e non di una condanna in primo grado a sei anni, con rito abbreviato».

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