
Sarebbe fuggito utilizzando una corda da alpinista lunga 50 metri, passata al detenuto per mezzo di un drone. Quello che è successo ieri nel carcere Castrogno di Teramo è da film. Così secondo una prima ricostruzione sarebbe evaso, Roland Dedja, albanese di 39 anni, rinchiuso in una cella da solo, finito in carcere per un’accusa di associazione a delinquere in tema di stupefacenti.
Qualcuno per ora rimasto ignoto, gli avrebbe passato gli attrezzi per evadere, tra questi un drone che avrebbe recapitato fino all’inferriata della cella, con due viaggi, dapprima il filo d’angelo utile per segare le sbarre e poi la corda da arrampicata, di quelle in uso in alpinismo. Uno o più complici, da sotto e dal punto più basso della recinzione alta 20 metri che cinge il penitenziario, ha fissato bene il capo distale della corsa e poi fatto salire l’altro dal drone, fino alla finestrella del bagno della cella del detenuto.
Qui il detenuto avrebbe agevolmente rimosso l’inferriata. Sceso in diagonale con la corda, l’albanese dal terzo piano ha toccato con i piedi la sommità del muro di intercinta, dal quale è riuscito a spiccare poi il salto verso la libertà, sicuramente aiutato da un complice. L’albanese era già fuggito dal carcere di Pisa, nel 2010, quando era in carcere per un omicidio e un tentato omicidio. Con un altro detenuto, Bledar Shehu, si calò con un lenzuolo oltre il muro di cinta. Entrambi vennero catturati qualche mese dopo.
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