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Dalla Lombardia alla Calabria, maxi frode dei servizi alle imprese: fatture false per 50 mln

Uno stratagemma attraverso il quale fornire ai clienti finali manodopera a prezzi nettamente inferiori a quelli di mercato basata su contratti di appalto “non genuini”

E' partita dalla Lombardia e si è spinta fino alla Calabria, passando per Liguria e Puglia, l'inchiesta che ha portato la Guardia di finanza di Milano ad effettuare numerose perquisizioni nei confronti di altrettante persone fisiche e società. L’articolata indagine condotta dai militari del Gruppo Sesto San Giovanni ha permesso di disvelare l’esistenza di un’insidiosa organizzazione dedita al riciclaggio di proventi illeciti, derivanti da un’articolata frode fiscale nel settore dei servizi alle imprese.

Nel sistema fraudolento sono allo stato coinvolte, a vario titolo, 9 persone fisiche nonché 18 società attraverso cui venivano illecitamente veicolati i flussi di denaro. Le perquisizioni, eseguite da oltre 90 finanzieri appartenenti a diversi Reparti del Comando Provinciale, hanno permesso di sequestrare rilevante documentazione contabile, extracontabile ed informatica. L’operazione di servizio è stata supportata da unità cinofile cash dog specializzate nella ricerca di banconote.

Gli accertamenti investigativi si sono concentrati su una società brianzola operante nel settore dell’imballaggio e confezionamento che si è rivelata vero e proprio epicentro di una fitta rete di numerosi altri soggetti economici, operanti in molteplici settori (logistica, trasporti, servizi di pulizia, sicurezza) i quali, basandosi sull’emissione di fatture false per 50 milioni di euro e mancato versamento di contributi previdenziali, riuscivano a fornire ai clienti finali manodopera a prezzi nettamente inferiori a quelli di mercato, effettuando di fatto una “somministrazione illecita di manodopera” basata su contratti di appalto “non genuini”. Le investigazioni hanno consentito altresì di rilevare come i proventi delle attività illecite venissero riciclati attraverso il trasferimento di somme su conti correnti intestati a soggetti compiacenti, che venivano poi prelevate in contanti e retrocesse agli artefici della frode.

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