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La tragedia del bus di Mestre: la Procura di Venezia indaga per omicidio stradale plurimo. "Difficile dare un'identità alle vittime, ricorreremo all'esame del dna"

Per l’incidente del pullman a Mestre la Procura di Venezia ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di omicidio stradale plurimo. «Non ci sono allo stato indagati - ha detto il Procuratore Bruno Cherchi - mentre il guardrail, la zona di caduta del bus e lo stesso mezzo sono sotto sequestro».

La Procura ha anche acquisito la "scatola nera" del mezzo «che sarà esaminata - ha rilevato Cherchi - solo quando si saprà che non è un’operazione irripetibile altrimenti aspetteremo lo sviluppo dell’inchiesta, affinchè tutte le parti coinvolte possano avere le perizie di parte».

Non ci sono segni di contatto con altri mezzi, né si è verificato alcun incendio

«Stiamo lavorando sulla dinamica dell’incidente che ha visto il bus toccare e scivolare lungo il guardrail per una cinquantina di metri, e infine, con un’ulteriore spinta a destra, precipitare al suolo». Così ancora il procuratore Cherchi: «Non ci sono segni di frenata, nè contatti con altri mezzi» ha aggiunto. «Non si è verificato alcun incendio - ha spiegato - nè dal punto di vista tecnico nè c'è stata una fuga di gas delle batterie a litio che ha provocato fuoco e fumo».

"Difficile dare un'identità alle vittime. Ricorreremo all'esame del dna"

«Dare un’identità alle vittime è difficile. Molti - ha proseguito Cherchi - non avevano documenti con sè». «Ci sono loro parenti presenti - ha rilevato - ma è difficile dare dei nomi con certezza. Per questo ho dato l’incarico alla medicina legale ,ma anche alla polizia scientifica, perché se necessario si ricorra all’esame del Dna. Speriamo però, entro domani, di identificarli tutti». «Sulle eventuali autopsie - ha aggiunto - valuteremo in seguito. Ma, a parte quella sull'autista, le altre non sembrano necessarie visti i traumi da schiacciamento. E' nostra volontà restituire al più presto le salme ai parenti».

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