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Le vittime di Mestre: un neonato, un 12enne e una minorenne. E Alberto Rizzotto, l'autista 40enne è l'unico italiano

Quattro morti sono ucraini, secondo quanto informa il ministero degli Esteri di Kiev. Sul pullman viaggiavano persone di diverse nazionalità: oltre agli ucraini, tedeschi (una vittima era originaria della Germania), austriaci, spagnoli

Tra le 21 vittime che viaggiavano sul bus precipitato ieri sera da un cavalcavia a Mestre anche un neonato di pochi mesi, un 12enne ed una ragazza minorenne. Otto dei 15 feriti sono ricoverati in terapia intensiva, di questi due sono in condizioni molti critiche. A destare molte preoccupazioni è una bambina di soli 4 anni, che versa in condizioni critiche con ustioni gravi in tutto il corpo, ricoverata all’ospedale di Padova. I passeggeri erano turisti ospiti del campeggio 'Hu' di Marghera.

Morto anche l’autista del mezzo, l’unica vittima italiana, il quarantenne Alberto Rizzotto. Sotto choc i suoi colleghi: «era esperto», dicono. La procura di Venezia ha aperto un fascicolo di inchiesta sulla strage. Tra le ipotesi resta quella di un malore del conducente. Le vittime sono state estratte dal pullman. «E' stato un lavoro complicato», spiegano i soccorritori, che parlano di «una tragedia di giovani, salvo qualche adulto». Il pullman era elettrico e le batterie hanno preso fuoco nell’impatto. Si lavora per accertare l’identità dei deceduti. Gli agenti della questura hanno acquisito gli elenchi degli ospiti del campeggio. Quattro morti sono ucraini, secondo quanto informa il ministero degli Esteri di Kiev. Sul pullman viaggiavano persone di diverse nazionalità: oltre agli ucraini, tedeschi (una vittima era originaria della Germania), austriaci, spagnoli.

L’autista Rizzotto era dipendente della Martini Bus che aveva noleggiato il mezzo alla società La Linea con la quale aveva un contratto per il trasporto dei turisti a Venezia. Tanti i messaggi comparsi in rete per ricordarlo: «così orgoglioso del tuo lavoro, dovevi portarci tutti nel tuo autobus alla festa della classe», le parole di Laura. L’uomo aveva caricato i turisti in centro storico e li stava riportando in campeggio a Marghera. Da quanto risulta aveva preso servizio 90 minuti prima, un dettaglio che sembrerebbe escludere l’ipotesi di un colpo di sonno. «Shuttle to Venice» (navetta per Venezia) aveva scritto nell’ultimo post su Facebook un’ora me mezzo prima dell’incidente. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ipotizza un malore. E sembrano suffragare questa ipotesi anche le immagini di un video diffuso: «si vede il pullman - dice Massimo Fiorese, amministratore delegato de La Linea - un mezzo molto pesante perché elettrico, poco prima di cadere dal cavalcavia. Il mezzo arriva, rallenta, frena. È quasi fermo quando sfonda il guard rail». Il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi ha detto che un riesame di quanto accaduto sarà fatto oggi. «Noi allo stato non siamo in grado di fare una ricostruzione precisa degli avvenimenti», ha detto, rimandando alle prossime ore ulteriori commenti. E l’Asaps, associazione che si occupa di sicurezza stradale, solleva il tema del guard rail giudicato «troppo basso per contenere un veicolo di quel peso». Il pullmann è stato rimosso e posto sotto sequestro. All’obitorio è stato allestito un servizio di supporto per i parenti delle vittime.

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