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Cambiamenti climatici, IA e Mercato Unico Europeo: gli scenari internazionali all'Insurance Summit

Le sfide che attendono l'Europa e il ruolo del comparto assicurativo nella protezione di imprese famiglie sotto i riflettori della kermesse internazionale tenutasi a Roma

La terza edizione dell’Insurance Summit, l’evento annuale di ANIA dedicato al dibattito sulle tematiche – italiane ed europee - di maggiore attualità per il settore assicurativo, è stata dedicata all'impatto dei cambiamenti climatici e alla riflessione sui 30 anni del Mercato Unico europeo.

Ad introdurre i lavori la relazione della presidente Maria Bianca Farina: «La prospettiva che proponiamo cerca di cogliere questioni di grande rilievo, anche in vista del rinnovo delle cariche istituzionali e dell’avvio di un nuovo ciclo legislativo e politico, che porterà l’Unione europea alle soglie del 2030. Celebriamo quest’anno i 30 anni dalla nascita del Mercato Unico Europeo: un traguardo di straordinaria importanza per tutti gli Stati membri, poiché ne favorisce la prosperità, la competitività, la coesione e la trasparenza dei sistemi economici. Il Mercato Unico Europeo, nato come area di libero scambio priva di barriere tariffarie, è stato dall’inizio qualcosa di più: dietro c’era l’idea profondamente politica di leggi e di istituzioni comuni. Oggi il Mercato unico riunisce ben 450 milioni di persone e 24,5 milioni di imprese, rappresenta il 18% del PIL mondiale ed è stato fondamentale per la curva di sviluppo di tutti i paesi dell’Unione in questi tre decenni.

I valori dell'Europa sono i nostri

«I valori alla base di quella intuizione della passata generazione di leader europeisti sono ancora i nostri valori. La loro visione di politica economica resta vitale a mio avviso, ma il contesto è inevitabilmente cambiato. La guerra scatenata dalla Russia, le transizioni tecnologiche e nell’energia, e le rivalità fra grandi potenze stanno portando persino gli Stati Uniti a un profondo ripensamento. Tornano di moda la politica industriale, l’intervento pubblico, l’orientamento degli investimenti pubblici e privati in base alle priorità geostrategiche dei grandi attori internazionali. Personalmente sono convinta che i nostri strumenti e i nostri valori restino vitali, non dobbiamo voltar loro le spalle: abbiamo istituzioni comuni, siamo una superpotenza economica. Ma le sfide sono nuove e lo è anche la natura degli investimenti che ci attendono: oggi l’Europa deve tenere il passo delle altre superpotenze nell’industria spaziale, nell’industria dei semiconduttori, nelle batterie elettriche, nell’elettronica della mobilità, nella capacità di cloud, nello sviluppo dell’intelligenza artificiale. Dobbiamo costruire su quello che abbiamo edificato in questi trent’anni per nuove risposte comuni».

Strumenti comunitari e risorse strategiche

«L’Europa è una realtà dalla quale non si torna indietro. Oggi 17 milioni di persone vivono o lavorano in un Paese europeo diverso da quello di origine, questa nazione di europei che viaggiano fra Stati dell’Unione è praticamente pari – per peso demografico – a una importante nazione fondatrice come l’Olanda. L’identità europea esiste sia all’interno dell’Unione che, a maggior ragione, all’esterno. E personalmente sono convinta che insieme riusciremo ad affrontare anche le nuove sfide tecnologiche, industriali e strategiche di questo scorcio del ventunesimo secolo. Lo dico per esperienza, perché come Unione europea abbiamo affrontato e superato sfide ben più difficili. Chi avrebbe immaginato che l’euro e il Mercato unico potessero superare la crisi finanziaria e poi quella del debito? O che la reazione alla pandemia sarebbe stata così convincente? O che ci saremmo messi alle spalle il ricatto energetico russo così rapidamente? Dunque io resto ottimista, anche perché gli strumenti li abbiamo. E sono strumenti senza paragoni storici. Il Next Generation EU insieme al Quadro finanziario pluriennale dell’Unione mobilitano oltre duemila miliardi di euro fino al 2026-2027 (806,9 miliardi di NextGenEU, più 1210,9 impiegati nel quadro della prossima programmazione ordinaria europea). Se sapremo usare queste risorse strategicamente, allora l’Europa terrà il passo delle sfide del mondo di oggi e si presenterà pronta anche a un allargamento del proprio perimetro. Ce lo chiedono gli stessi cittadini italiani ed europei: vogliono una transizione digitale che metta l’uomo al centro e una transizione verde che non sia percepita come ostile e a detrimento del suo tenore di vita».

Solvency II, plauso alle proposte di riforma

«Sono anche convinta che noi protagonisti dell’industria finanziaria possiamo fornire un grande contributo a questi processi di trasformazione. ANIA ha apprezzato la posizione espressa in sede di Consiglio UE dal Governo sulla riforma di Solvency II e altresì salutato con favore le proposte di modifica adottate dal Parlamento europeo, grazie anche al pieno coinvolgimento dei parlamentari italiani. A tutti loro va il nostro ringraziamento. Si tratta di modifiche che tengono nella dovuta considerazione le preoccupazioni del settore, in particolare sul volatility adjustment, ora poco efficace per il nostro Paese, offrendo una soluzione legislativa che dovrà continuare a essere fortemente sostenuta dall’Italia durante l’attuale processo di approvazione nel Trilogo fra Parlamento, Consiglio e Commissione».

Le sfide interne: welfare e migrazioni

«Oltre alle tante sfide esterne, l’UE dovrà fronteggiarne molte altre, interne. E anche per esse la nostra industria potrà essere importante in vista di soluzioni sostenibili Pensate all’invecchiamento della popolazione e alla transizione demografica. I tassi di natalità sono in riduzione praticamente in tutta Europa e il tema si sta imponendo come fondamentale per la crescita e la sostenibilità del welfare ovunque nel continente. Nel 2020 il numero di bambini nati nell’Unione europea si è attestato a 1,5 per donna, ben al di sotto del 2,1 necessario per mantenere l’equilibrio demografico. Entro il 2050, il 30% della popolazione europea sarà over 65 con le prevedibili serie ripercussioni sugli attuali sistemi di welfare, che necessitano, sin d’ora, di interventi che ne rafforzino la sostenibilità. Altra importante sfida riguarda la gestione dei flussi migratori, sempre molto intensi, anche a causa delle crescenti difficoltà di molti paesi extra-UE. Ancora una volta possiamo dire che solo un approccio comune e la capacità dell’Europa di agire come un unico blocco politico potrà permettere di governare il fenomeno».

Intelligenza artificiale, risorsa da saper gestire

«E ancora, di grande impatto per gli equilibri sociali europei sarà l’evoluzione dell’intelligenza artificiale generativa. Secondo un recente approfondimento di Bloomberg, il mercato dell’intelligenza artificiale generativa potrebbe raggiungere un valore di 1.300 miliardi di dollari entro il 2032 nel mondo. L’Intelligenza Artificiale da sola non potrà mai sostituire l’uomo, che resta al centro. Come già avvenuto con altre innovazioni tecnologiche, anche l’AI è solo uno strumento –prezioso, nella nostra industria - che può aiutarci nel fare meglio, nell’impiegare meglio le risorse, nell’affiancarci nelle nostre attività quotidiane e potenziare esponenzialmente le nostre capacità. Renderà obsolete alcune professioni, ma ne sta già creando altre e proseguirà a farlo. Sempre secondo Bloomberg, grazie all’IA verranno creati circa 69 milioni di nuovi posti di lavoro nei prossimi cinque anni, dando nuovo slancio alla crescita e aumentando le possibilità di diversificare la nostra economia. La nostra industria può fare da modello in Europa per mostrare come questa nuova tecnologia possa creare valore per l’economia senza diventare motivo di disgregazione e destabilizzazione nella società. Non sarà facile, bisogna volerlo».

Riforma del Patto di Stabilità: sì a regole condivise

«Dobbiamo tutti, decisori pubblici e privati, mantenere una visione strategica accanto alle cure e alle emergenze del giorno per giorno. Anche quando, come adesso, l’orizzonte è offuscato dalla guerra che continua, dall’inflazione che è lenta nella sua discesa, dall’economia che dà chiari segni di rallentamento. In questo scenario si inserisce anche la revisione in corso del Patto di Stabilità e Crescita È fondamentale che non si torni alla mera applicazione delle regole preesistenti, ma si riesca a trovare un accordo fra governi per una modifica che segua una logica più in linea con le esigenze dei singoli Paesi e degli equilibri europei nel loro complesso. Idealmente, l’accordo dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno. Lo ha ben sottolineato il Presidente Sergio Mattarella: è necessario definire regole di bilancio precise, evitando un eccessivo rigore che rischi di precludere il raggiungimento degli obiettivi strategici europei. Ovviamente in Europa esistono sensibilità diverse su questi temi e situazioni oggettivamente diverse, ma credo che su un punto siamo sicuramente uniti: abbiamo bisogno di regole comuni che ciascuna comunità nazionale senta non solo come pienamente legittime, ma come proprie, non come un’imposizione dall’esterno o frutto di intese non sempre condivise. L’Unione deve trovare inoltre il modo di assicurare conti pubblici sostenibili e insieme di finanziare gli investimenti comuni. Perché la sfida è quella che dicevo, è la competizione delle altre grandi potenze globali. Per poter implementare iniziative di questa portata, è fondamentale che anche a livello europeo vengano adottate politiche di bilancio semplici e condivise».

Il ruolo del settore assicurativo

Di fronte a uno scenario così complesso, possiamo, però, essere ottimisti. Il mondo finanziario e in particolare quello assicurativo continuano ad apportare il loro fondamentale contributo alla crescita sociale ed economica. Il settore assicurativo è, per sua natura, un attore chiave per affrontare rischi e cambiamenti. Creare nuovi prodotti e servizi, rispondendo all’incessante evoluzione delle esigenze di protezione e investimento di famiglie e imprese, è una nostra costante priorità. Con un approccio proattivo e attraverso il dialogo continuo con le Istituzioni, il settore può inoltre mettere a disposizione know-how e capitali a sostegno dei percorsi di trasformazione in atto.

Per trovare soluzioni a sfide così importanti riteniamo indispensabile l’implementazione di partnership finanziarie pubblico-private. In relazione, ad esempio, ai rischi legati al cambiamento climatico, il potenziamento del sistema di protezione dei cittadini, delle imprese e dei territori dovrebbe sempre far leva anche sulla mutualizzazione assicurativa dei rischi. Così sul tema del welfare, modelli innovativi, integrativi di risorse pubbliche e private, potrebbero portare alla creazione di un sistema di protezione più inclusivo e più allineato alle esigenze dei cittadini. Le tecnologie emergenti, e l’intelligenza artificiale, rappresenteranno certamente un fattore di accelerazione alla soluzione delle importanti sfide. L'Intelligenza Artificiale è una rivoluzione dirompente che porta con sé enormi potenzialità, ad oggi solo parzialmente immaginabili. L’intero Sistema Paese, incluso il bilancio dello Stato, potrà beneficiare del suo utilizzo nel settore assicurativo per risolvere importanti problemi, così come in ambito Health, o in ambito catastrofale. Sul tema dell’Intelligenza Artificiale, ribadisco, Ania sarà sempre più impegnata perché il suo utilizzo nelle assicurazioni porti benefici e opportunità per tutti, in termini di personalizzazione dei servizi, maggiore accessibilità, più sicurezza, rapidità di acquisto, prezzi più contenuti e, finalmente, minore sottoassicurazione. Anche per questo abbiamo deciso di incentrare la prossima edizione di Innovation by Ania, in programma il 13 febbraio 2024, sul tema dell’intelligenza artificiale per il settore assicurativo».

Le sfide che ci attendono

«Ci troviamo a vivere un contesto irriconoscibile rispetto a come ci appariva il mondo anche solo cinque anni fa. Dal cambio climatico, alle transizioni tecnologiche, alle rivalità geopolitiche, alle dinamiche demografiche e migratorie, al difficile equilibrio fra stabilità dei prezzi e stabilità finanziaria, le sfide per la nostra generazione di europei sono innumerevoli. Esse richiedono una piena presa di coscienza da parte delle nostre collettività di cittadini, dei nostri sistemi istituzionali e anche nella nostra industria. Sono altresì certa che il confronto a cui ci stiamo avviando potrà costituire un efficace contributo per raggiungere una migliore condivisione delle strategie e azioni comuni così determinanti per il futuro nostro e delle prossime generazioni».

Gli interventi dei ministri Giorgetti e Urso

Sotto l’aspetto della protezione immobiliare, è stato forte l’allarme lanciato durante il Summit dal ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti sui livelli gravissimi di sottoassicurazione registrati in Italia: «Il patrimonio delle aziende italiane è pari a 8000 miliardi di euro, dei quali solo un valore pari a 675 miliardi è assicurato - ha ammonito - Una media del 9% a fronte del 60% di Francia e Germania». Il ministro ha quindi rimarcato l’urgenza di un incremento di copertura, attraverso la valorizzazione della complementarietà del settore assicurativo e, parallelamente, di una più puntuale regolamentazione nell’uso delle garanzie pubbliche. «Stiamo lavorando - ha annunciato - a iniziative di portata sistemica».

Il ruolo del comparto assicurativo nel sostegno del debito pubblico e in generale l’impegno nel garantire «un servizio importante e significativo» è stato poi evidenziato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso , che ha delineato l’azione del Governo su alcuni fronti importanti, quale ad esempio la risposta più celere sui risarcimenti legati agli effetti dei cambiamenti climatici e di eventi come alluvioni o incendi. Il ministro ha anche fatto riferimento alla normativa sulla definizione delle macrolesioni e in tema di RC Auto, con il rafforzamento delle tutele che sarà reso concreto a fine ottobre con il recepimento della direttiva europea.

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