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La Cassazione revoca la calunnia ad Amanda Knox: "Ora non sono più una condannata". Ma si torna in aula

Il caso giudiziario legato all’omicidio di Meredith Kercher non è ancora chiuso. La quinta sezione penale della Cassazione ha infatti revocato e annullato le sentenze con le quali Amanda Knox è stata condannata per calunnia per avere coinvolto nel delitto compiuto a Perugia Patrick Lumumba, poi riconosciuto estraneo e quindi prosciolto. Il punto fermo di tutti i processi, cinque, celebrati finora e quindi di fatto passate in giudicato. L’introduzione dell’articolo 628 bis del codice di procedura penale ha però dato all’americana la possibilità di chiedere che vengano eliminati «gli effetti pregiudizievoli» derivanti da una violazione che sia stata accertata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, quella di difesa in questo caso.

La Corte ha quindi accolto la richiesta dei difensori dell’americana, disponendo il «rinvio per un nuovo esame sul punto» alla Corte d’assise d’appello di Firenze. Per capire come si svolgerà il processo sarà comunque necessario attendere le motivazioni della decisione e i paletti che saranno fissati.

E’ probabile solo un passaggio tecnico ma al momento non è possibile escludere alcunché. Di certo Knox non potrà subire una condanna più pesante dei tre anni che le sono stati già inflitti con la calunnia, già scontati con i quasi quattro passati in cella tra il 6 novembre del 2007 e il 4 ottobre del 2011 quando venne assolta nel processo d’appello celebrato a Perugia e quindi scarcerata. Ed è altrettanto certo che non ci sarà un nuovo processo per l'omicidio Kercher per il quale Knox e Sollecito sono stati definitivamente assolti e Rudy Guede ha terminato di scontare la condanna a 16 anni di reclusione.

I difensori dell’americana, gli avvocati Carlo Dalla Vedova e Luca Luparia Donati, puntano all’assoluzione. Facendo leva sulle violazioni del diritto di difesa riconosciute dalla Corte europea: l’assenza di un difensore e di un interprete quando rese agli inquirenti le dichiarazioni he coinvolsero Lumumba. "Con questa decisione l’Italia si adegua al diritto europeo» ha commentato l’avvocato Dalla Vedova dopo la decisione della Cassazione.

Per il professor Luparia Donati si tratta della "prima sentenza che applica il nuovo articolo 628 bis del codice di procedura penale». L’avvocato Carlo Pacelli, legale di Lumumba che si era opposto all’annullamento, come il procuratore generale, la Corte lamenta però che la Cassazione «istituisce a tutti gli effetti un quarto grado di giudizio». «Quanto stabilito - aggiunge - pone un problema di certezza del diritto e di sovranità della nostra giurisprudenza.

Si pone una questione di rapporti tra la decisione della Corte europea e la giurisdizione italiana». Al di là delle questioni giuridiche, Amanda Knox, che negli Usa aspetta il secondo figlio, è evidentemente sollevata. «Non sono più una condannata. E combatterò con i miei avvocati per dimostrare la mia innocenza una volta per tutte» sottolinea. "Patrick Lumumba era mio amico» afferma ancora. «Siamo entrambi vittime della violazione dei miei diritti umani durante il mio interrogatorio, durante il quale sono rimasta impotente contro la pressione coercitiva della polizia. L’esito di quell'interrogatorio ha fatto deragliare le indagini sull'omicidio di Meredith Kercher e ha condotto all’ingiusta detenzione di tre persone innocenti».

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