Domenica 06 Ottobre 2024

Droga dello stupro da Cina, altro processo a Ciro di Maio: "Era per uso personale"

«Era per uso personale. Non ho mai ceduto la droga ad altri». Così Ciro Di Maio, presentatore televisivo e attore di fiction, ha spiegato al Gip di Milano, in sede di interrogatorio di convalida l’importazione di tre litri di Gbl, la «droga della stupro», dalla Cina a Malpensa. Pagandola in Bitcoin. Questa la tesi dell’accusa nel processo in corso al Tribunale di Milano. Il secondo procedimento, ancora aperto, a carico del conduttore Tv. Sul pacco era indicato quale contenuto del generico silicone. Ma la guardia di finanza di Malpensa si è insospettita e, con l'autorizzazione della procura di Busto Arsizio, ha eseguito quella che, in gergo, viene definita consegna controllata. In sintesi il pacco contenente la droga, al conduttore, lo hanno consegnato i finanzieri arrestandolo in flagranza di reato nella su casa di Milano dicembre 2020 il 17. Dopo i domiciliari Di Maio è tornato in libertà allo scadere dei termini di custodia cautelare. Adesso è a processo: il sostituto procuratore di Milano Bianca Maria Baj Macario ha chiesto, e ottenuto, il rito immediato e il dibattimento è in corso. Di Maio, che ha nel curriculum partecipazioni a fiction e programmi tv dopo l’esordio con Raffaella Carrà a Carramba che fortuna, era poi stato arrestato nell’agosto 2021 dagli investigatori della Squadra Mobile di Milano per aver importato la stessa droga dall’Olanda, la condanna in primo grado a un anno e 4 mesi e 3.800 euro di multa, è stata però annullata dalla Corte d’Appello. Il processo è ricominciato: sono dunque due i procedimenti a carico di Di Maio ancora in corso. La sua linea difensiva è sempre la stessa: la droga era per uso personale, mai nessuno spaccio. I difensori di Di Maio, l'avvocato Rossella Gallo e l’avvocato Federica Bonomini, spiegano che «la condanna emessa dal Tribunale di Milano a un anno e quattro mesi è stata dichiarata nulla dalla Corte D’appello e il processo è in fase istruttoria, mentre il secondo processo, il primo in ordine di tempo, è già in corso al Tribunale di Milano» dove devono «ancora essere ancora acquisite le prove della difesa, a dimostrazione del fatto che l’ex presentatore non cedesse a terzi la sostanza», ma la "utilizzasse personalmente, come dimostra una prescrizione del SerD di dosi "a scalare"». Tre anni fa a casa del conduttore, quando la guardia di finanza di Malpensa eseguì la perquisizione, fu trovata anche una modesta quantità di cocaina.

leggi l'articolo completo