Lunedì 07 Ottobre 2024

In un liceo si legge "Il mondo al contrario" del generale Vannacci, la preside: "Stimoliamo il pensiero critico contro xenofobia e razzismo"

Aula scolastica

"Il mondo al contrario" del generale Vannacci, libro ritenuto da molti critici xenofobo, razzista, contro i diritti di gay e transgender, è stato inserito nel percorso didattico di una quinta del liceo scientifico Ribezzo, a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi. Il clamore suscitato dalla notizia ha stupito per primi gli studenti, spiega la preside Giuseppina Pagano: «Non so davvero il problema dove sia». «Si tratta - afferma - dell’iniziativa di una docente nell’ambito di un percorso di educazione civica sullo sviluppo del pensiero critico». E non c'è stato «alcun invito ad acquistare il libro» che «alcuni alunni avevano già in pdf». "Come dice la professoressa che ha avuto l’idea - prosegue la preside - "per prendere le distanze da un libro bisogna leggerlo"». Quanto ai contenuti del libro, Pagano ritiene che «non potevamo mettere la testa sotto la sabbia e far finta che queste cose non accadano, perché poi fuori dalla scuola i ragazzi le incontrano». Quindi «è meglio se riusciamo a interagire con loro, a provocare un dibattito controllato e critico, trattando diversi punti di vista». «Il lavoro - evidenzia - è fatto per stimolare liberamente il pensiero dei ragazzi. Devono affrontare l'esame di Stato, sono abbastanza grandi ed è giusto che all’interno della scuola si faccia un percorso del genere. Non si lasciano i ragazzi soli, alla mercé di quello che accade sui social e a livello mediatico. Anzi si danno loro strumenti in più per poterli affrontare nel modo giusto». La dirigente precisa che «da me è venuto solo un genitore" che aveva dubbi sull'opportunità di leggere Vannacci, «per cui ho parlato con i ragazzi che mi guardavano perplessi e non capivano perché la cosa potesse causare un problema». Il confronto su questo genere di testo rientra «nel lavoro sulla verifica delle fonti, anzi sul metterle in discussione perché le fonti di questo libro a volte non sono attendibili; ma anche sul come è stato scritto il libro e sulle idee che propone». Pagano assicura che «la nostra scuola si è sempre distinta per iniziative contro la discriminazione, a favore dei diritti dei migranti, quindi in tutt'altro verso rispetto alle idee di quel libro». A chi le ha domandato perché non usare Moravia e Calvino, lei ha risposto: «Certo, anche quelli, ma la modernità, la cresta dell’onda che ha travolto questo libro, fa presa sui ragazzi». "La docente si è presa una responsabilità e ce la siamo presa insieme - conclude - ma ritengo che non ci siano motivi per cui debba dirle di fermarsi».

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